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Il costituzionalismo nella società tecnologica

Il costituzionalismo nella società tecnologica
Tommaso Edoardo Frosini

 

SOMMARIO: 1. Ubi societas technologica, ibi ius. – 2. Il costituzionalismo nel Ventunesimo secolo. – 3. I nuovi diritti costituzionali nell’era di Internet. Il diritto di accesso. – 5. Segue: Il diritto alla privacy. – 6. Segue: il diritto all’oblio. – 7. Democrazia e società tecnologica. – 8. Internet, la libertà e la legge.

1. Ubi societas technologica, ibi ius

Da tempo il diritto è entrato nella società tecnologica, con tutti i suoi temi e problemi derivanti dall’applicazione delle tecniche giuridiche – sostanziali e processuali – nel vasto mondo della tecnologia e i suoi derivati, in particolare la rete Internet. Pertanto, si potrebbe riformulare l’antico brocardo latino con ubi societas technologica, ibi ius.
Si assiste, a seguito dell’affermarsi della tecnologia, a un nuovo modo di essere del diritto e, conseguentemente, a un processo di metamorfosi della figura del giurista come umanista in quella del giurista tecnologico. Il cui compito è quello di farsi interprete delle trasformazioni che si stanno verificando nella società sulla base dello sviluppo della tecnologia, e dell’impatto che questa sta avendo sul diritto, sui diritti. Emergono, infatti, dalla coscienza sociale, e a seguito dello sviluppo tecnologico, dei “nuovi diritti”, i quali, sebbene non godano di un loro esplicito riconoscimento normativo, hanno un forte e chiaro “tono costituzionale”, che li collocano, implicitamente, all’interno della costituzione, riservando all’interprete il compito di estrapolarli da essa. Un esercizio ermeneutico in virtù del quale si applicano i tradizionali diritti di libertà costituzionali ai fenomeni della tecnologia informatica, che è quella in particolare di cui mi occupo nel presente scritto.

Ritengo che le tecnologie hanno rappresentato e continuano a rappresentare uno sviluppo delle libertà; anzi, le libertà si sono potute notevolmente accrescere ed espandere verso nuove frontiere dell’agire umano proprio grazie al progresso tecnologico. Certo, le tecnologie non producono solo libertà, per così dire: la tecnologia può essere al servizio dell’uomo buono o cattivo, del governante illuminato o del despota; in uno Stato costituzionale liberale, però, l’indirizzo politico dovrebbe essere sempre rivolto verso interventi che valorizzano e accrescono le libertà dell’individuo, e l’utilizzo delle tecnologie non può che essere strumentale a questo obiettivo. E’ questo il compito, ovvero la sfida che spetta al costituzionalismo nel Ventunesimo secolo: fare convivere, in perfetta armonia, le libertà dell’individuo con la tecnologia.

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