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Microsoft restera’ in Cina

di Serena Rossi In seguito alla decisione del motore di ricerca Google di abbandonare il mercato cinese conseguentemente agli attacchi informatici subiti dai pirati asiatici, Microsoft, attraverso la dichiarazione resa dall’amministratore delegato Steve Ballmer, ha annunciato di non volerne seguire l’esempio. Il colosso di Redmond, dopo un’indagine sui cyberattacchi cinesi, che hanno spinto Google a paventare la propria scomparsa dal mercato in questione, è arrivato alla conclusione che tra i vettori di attacco vi è anche Internet Explorer. In particolare, Microsoft asserisce di aver scoperto una falla di sicurezza che interessa tutte le versioni del browser Internet Explorer a partire dalla 6.0., che è stata sfruttata dai pirati informatici quale porta d’ingresso per compromettere la rete di Google e quella di almeno venti altre grandi aziende, per lo più statunitensi. Con la cooperazione di altre società, quali Google ed Adobe, partners industriali ed autorità governative, il colosso di Redmond si è già attivato per realizzare una patch, che potrebbe essere distribuita con i bollettini di sicurezza già nel prossimo febbraio. Microsoft sostiene che, per il momento, gli attacchi informatici sarebbero circoscritti alla versione Internet Explorer 6, non essendo stati ancora ravvisati sulle altre versioni vulnerabili del browser in questione, probabilmente grazie ai migliori sistemi di protezione integrati in Internet Explorer 7 e in Internet Explorer 8, che, combinati a quelli dei software Windows Vista e Windows 7,renderebbero di gran lunga più complesso lo sfruttamento di siffatta vulnerabilità. Il suggerimento offerto dal colosso statunitense agli utenti è stato quello di attivare la funzione Data Execution Prevention (DEP), inserita di default in Internet Explorer 8, e di impostare il livello di sicurezza del browser su “alto”, sia per Internet che per Intranet locale. louis vuitton taschen Intanto, Google ha aperto le trattative con il governo cinese. Il colosso del web, dopo l’attacco informatico subito, ha rimosso ogni tipo di censura dal suo motore di ricerca, così che milioni di utenti asiatici hanno potuto accedere ad immagini e contenuti mai diffusi nella storia del loro paese. Alla minaccia di Google di chiudere la propria filiale di Pechino, il governo locale ha risposto che la permanenza del motore di ricerca nel proprio paese deve necessariamente essere subordinata all’osservanza delle leggi locali. Da qui, Google ha manifestato l’intenzione di non voler abbandonare la Cina, per non lasciare campo libero a Baidu, che attualmente domina il mercato cinese delle ricerche online. Google ha, inoltre, manifestato l’intenzione di avviare alcuni colloqui con gli esponenti del governo cinese, al fine di risolvere la complessa questione in esame, divenuta, ormai un vero e proprio caso internazionale.

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