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La tutela dalle pratiche commerciali scorrette e la nozione di consumatore

di Andrea Stazi

Vorrei porre l’accento su un profilo discusso della nozione di consumatore, ossia quello che riguarda la sua delimitazione alla sola persona fisica, con esclusione quindi delle persone giuridiche. Al riguardo, è stata evidenziata soprattutto l’opportunità di estendere la nozione anche ai professionisti e ai piccoli imprenditori. Questi infatti, pur agendo per scopi professionali o nello svolgimento di un’attività d’impresa, si trovano di frequente, nei confronti della controparte contrattuale, nella stessa situazione di squilibrio economico-informativo che costituisce la ratio della disciplina speciale posta a tutela dei consumatori. In particolare, può individuarsi una specifica differenziazione per “gradi d’informazione”, fra i due estremi dell’imprenditore e del consumatore, con l’eventuale “accostamento” a quest’ultimo di soggetti in analoga situazione di deficit informativo, quali i professionisti, i piccoli imprenditori, etc.. L’approccio “conservativo”, riproposto da ultimo nel recente Libro verde del 2007 della Commissione sulla revisione dell’acquis comunitario a tutela dei consumatori, nella nuova ottica di armonizzazione massima adottata, nonostante le critiche, proprio a partire dalla direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali, sembra condurre alla riproposizione di una nozione di consumatore che non tiene conto di una simile impostazione metodologica. Oggi, anche in vista della revisione delle direttive a tutela dei consumatori contemplata nel Libro verde del 2007 che ho citato, oltre che in Italia della prevista entrata in vigore delle norme sull’azione collettiva risarcitoria, sarebbe forse opportuno tornare a riflettere sul punto. Abstract dell’intervento presentato nel corso del Convegno tenutosi presso l’Università Europea di Roma, il 27 ottobre 2008, dal titolo La tutela dalle pratiche commerciali scorrette e pubblicità ingannevole: nuovi scenari di tutela per consumatori ed imprese.
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