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Bellezza: “Il riconoscimento giuridico della Blockchain condizione per la diffusione della tecnologia”. Crypto: Italia apripista nell’antiriciclaggio

Quale ruolo e prospettive per la tecnologia Blockchain, considerata la più grande innovazione dall’avvento di Internet?

Molti e governi e aziende private fanno a gara per implementare la tecnologia blockchain in una vasta gamma di aree, che potrebbero nel giro di pochi anni avere un impatto sull’intero pianeta, cambiando il modo in cui si processano le informazioni. Cosa avviene in Italia e nello scenario internazionale?

Lo abbiamo chiesto a Marco Bellezza, avvocato, esperto di Fintech, autore di numerose pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali, curatore del sito www.fintechrules.eu.

L’avvocato Bellezza è, tra l’altro, coautore del Codice della comunicazione digitale (Egea, 2015) nonché del manuale “FinTech – Introduzione ai profili giuridici di un mercato unico tecnologico dei servizi finanziari” (Giappichelli, 2017) nel quale ha curato il capitolo relativo alla Blockchain.

Avvocato, nei giorni scorsi ha suscitato clamore la notizia del primo sequestro preventivo da parte della Procura di Roma di  un sito che offre Bitcoin, Ethereum e criptovalute in genere. Cosa è successo?

MB: La notizia ha fatto clamore penso soprattutto per le modalità con le quali è stata comunicata. Ci muoviamo in un ambito ancora in divenire sotto il profilo regolamentare e quindi occorre evitare affermazioni assolute.  Hanno vietato i Bitcoin o altre crypto in Italia?  La risposta è no.

Il resto mi sembra un esercizio giornalistico che testimonia, se ve ne fosse bisogno, come a tutti i livelli sia necessario avviare un processo di capillare educazione finanziaria proprio partendo dai nuovi fenomeni determinati dal Fintech.

Dando uno sguardo a ciò che avviene negli altri Paesi, un’altra novità rilevante è la recente immissione nell’ordinamento giuridico francese della tecnologia Blockchain nel trasferimento di immobili e per i titoli non quotati con nuovi scenari operativi nel contesto delle transazioni di M&A.

MB: Si tratta di un’evoluzione interessante che segue altre iniziative simili avviate negli Stati Uniti e in estremo oriente.  Il riconoscimento giuridico dei “fatti” che avvengono sulla Blockchain è la precondizione per ogni possibile sviluppo della tecnologia.

Partendo da queste esperienze occorre avviare una riflessione su come conciliare i vantaggi derivanti dall’utilizzo della tecnologia Blockchain con la necessità di offrire un’adeguata cornice giuridica alla stessa che non imbrigli ma aiuti questa tecnologia a svilupparsi.

Anche il G20 che si è concluso in Argentina, ha dato mandato all’Ocse di predisporre gli alert antiriciclaggio per Bitcoin&Co. Intanto l’Italia prepara il decreto che istituisce il registro delle valute virtuali. Quali misure dunque per il prossimo

MB: Il principale punto di attacco regolamentare relativo alle crypto è proprio sul fronte antiriclaggio.  L’Italia sullo scenario globale ha fatto da apripista avviando una forma di controllo che sembra adeguata con le necessità di tutela sottostanti. 

Rimane il rischio di un intervento non coordinato a livello europeo e sotto questo profilo penso che un approccio prudente del regolatore, almeno nella fase di startup, possa aiutare a comprendere il fenomeno e non bloccare un mercato che tutti gli indicatori danno in forte crescita.

Sul fronte UE invece è stato delineato un piano d’azione sul Fintech, l’Ue ne vuole diventare il crocevia. Quali sono i punti principali della strategia?

Il piano di azione della Commissione UE sul Fintech mi sembra particolarmente significativo almeno su tre fronti.

La proposta di un regolamento UE sul crowdfunding rafforzerà lo sviluppo di un settore in crescita eliminando, almeno tendenzialmente, le differenze esistenti nei vari Paesi UE che stanno creando delle significative asimmetrie concorrenziali.

Altro spunto interessante è la circolazione delle best practices in termini di autorizzazione e vigilanza delle imprese Fintech.  Sotto questo profilo l’iniziativa della Commissione potrebbe essere prodromica ad un vero e proprio sandbox paneuropeo che sarebbe auspicabile. 

In un mercato per sua natura globale è anacronistico non pensare in chiave quantomeno continentale.  Infine, è significativa l’attenzione posta ai temi della cybersecurity e dello sviluppo di standard che saranno determinanti per lo sviluppo del Fintech in Europa.

La tecnologia Blockchain viene sempre più considerata la più grande innovazione dall’avvento di internet, qual è lo scarto culturale e quali sono gli ambiti, a suo giudizio, più significativi nei quali la Blockchain può incidere?

MB: Nell’ultimo anno si è sentito parlare di use case su Blockchain pressoché in ciascun ambito commerciale e non. Dalla tracciatura del tonno rosso, ai diamanti a complesse operazioni nel mondo bancario e finanziario. 

Dopo questa fase di entusiasmo occorrerà fare i conti della realtà e ragionevolmente assisteremo al concreto utilizzo di questa tecnologia in settori nei quali risponde ad un’esigenza al momento non soddisfatta da tecnologie concorrenti.

Penso soprattutto al settore dell’energia, agli scenari che saranno determinati dall’Internet of Things e alla democrazia elettronica. Anche sotto questo profilo l’educazione alla tecnologia giocherà un ruolo determinante.

 

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