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Libertà di stabilire i prezzi sul mercato e potere del giudice di sindacarne la congruità

Libertà di stabilire i prezzi sul mercato e potere del giudice di sindacarne la congruità
di
Lorenzo Delli Priscoli
Corte di Cassazione
ABSTRACT: Questo articolo esamina i problemi relativi all’individuazione dei limiti alla libertà di fissare i prezzi sul mercato tenendo presente i vari interessi in gioco: libertà di iniziativa economica, certezza del diritto, solidarietà. In questa ricerca, accanto a figure quali il divieto di abuso di dipendenza economica e le condotte anticoncorrenziali dell’abuso di posizione dominante e delle intese si approfondisce il ruolo del divieto di abuso del diritto da intendersi quale istituto che, a differenza dei precedenti, non ha esclusivamente un riferimento al mercato ma prende in considerazione anche le condizioni personali del soggetto abusato e la sua eventuale negligenza nella ricerca di alternative sul mercato.
1. Il problema
A partire dall’ultimo decennio del secolo scorso lo Stato-Legislatore ha preteso di disciplinare in maniera sempre più minuziosa e dettagliata il mercato, non solo da un punto di vista macroeconomico–pubblicistico (si pensi alla legge antitrust, alle norme in tema di liberalizzazioni – che non consistono in una deregulation ma devono intendersi come razionalizzazione della regolazione1 – e ai regolamenti della Banca d’Italia, della Consob e dell’Ivass) ma anche da un punto di vista microeconomico–privatistico (si pensi al codice del consumo, al testo unico bancario al testo unico degli intermediari finanziari, al codice delle assicurazioni, al divieto di abuso di dipendenza economica)2 . Per quanto riguarda, il primo aspetto, la fissazione del prezzo di alcuni beni o servizi pur di uso comune ma ritenuti di interesse strategico è quindi sì tuttora tendenzialmente affidata al mercato ma sotto un controllo più o meno rigido di Autorità del settore: si pensi al mercato finanziario, bancario, assicurativo, telefonico3 , informatico, dei trasporti etc.