di Giusella Finocchiaro e Laura Greco Sommario: 1. Premessa 2. Gli ostacoli; 2.1.…
Diritto e informatica
di Francesco Vizzone The Pirate Bay.org, un sito con una premessa eloquente già nel suo indirizzo web, è un motore di ricerca che permette di trovare files gratuiti, musicali e non, ma non li contiene. I servers sono in Svezia, gli utenti ovunque, anche in Italia dove un PM di Bergamo ne aveva chiesto ed ottenuto l’oscuramento per violazione delle norme sul diritto d’autore. Il Tribunale del Riesame ha invece deciso per il dissequestro. Aiutare a trovare files protetti ma non fornirli direttamente è lecito o può essere assimilato al lavoro del c.d. palo che in una rapina aiuta i ladri? Questi sono alcuni degli effetti del World Wide Web e della globalizzazione e sono solo alcuni degli interrogativi del giurista dei nostri giorni, non più chiamato a districarsi solamente tra i codici e le leggi, ma anche tra le nuove tecnologie e le problematiche ad esse connesse. Lo straordinario sviluppo dei mezzi di telecomunicazione e dell’Information Communication Technology mette tutti noi di fronte a delle opportunità prima sconosciute, ma anche a problemi nuovi, per i quali spesso non esistono regole: è purtroppo assai frequente che la ricerca scientifica e l’avance tecnologica corrano molto di più di quanto non sia in grado di fare il legislatore. E così il giurista è chiamato ad un difficile ma affascinante lavoro interpretativo e di creazione di nuove regole, a cavallo della tradizione – quella della nostra cultura giuridica – e del futuro – fatto di contenuti smaterializzati, spersonalizzati e delocalizzati, di reti, chips ed operatori virtuali. Ma, dicevamo, la tecnologia ed i mezzi informatici sono anche forieri di nuove opportunità: di lavoro, di comunicazione, di conoscenza, di scoperta, di diffusione del sapere. E il giurista, se da una parte si vede “complicare la vita” da casi per i quali non esiste disciplina, dall’altra ha ora a sua disposizione degli strumenti di lavoro che ne ottimizzano l’organizzazione, ne facilitano il reperimento di documenti normativi, ne aprono l’orizzonte fino a renderlo potenzialmente sconfinato. Basti pensare alla possibilità, con pochi clicks del mouse, di avere oggi facile accesso a tutte le fonti normative nazionali ed internazionali, senza più dovere “scalare” gli scaffali di polverose biblioteche, di “navigare” attraverso le culture giuridiche di paesi diversissimi tra loro senza varcare la soglia del proprio studio e, domani, di gestire un processo senza abbandonare la propria poltrona grazie al c.d. processo telematico. Infine se è vero, come abbiamo visto, che l’innovazione tecnologica è di aiuto al giurista, è vero anche che il lavoro del giurista è fondamentale per l’ICT: solo mediante un corretto uso delle risorse informatiche infatti, queste possono aspirare ad una piena realizzazione del loro potenziale. Cosa succederebbe ad esempio se i prodotti dell’ingegno non fossero tutelati? Cosa diventerebbe il World Wide Web se i pirati informatici fossero liberi di scorrazzare sicuri della loro impunità? Così l’informatica incontra il giurista ed il diritto l’informatica: due mondi apparentemente distanti incrociano i loro percorsi. E tanto più sapranno ampliare questa sinergia, tanto più vi sarà progresso: del diritto, del sapere, della qualità della nostra vita e di quella pace sociale di cui lo studioso del diritto deve essere uno dei primi promotori.