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Unione Europea propone nuovi sistemi flessibili di gestione della proprieta intellettuale

Unione Europea

di Davide Mula

Unione EuropeaIn una recente conferenza tenutasi a Bruxelles, il Commissario per il Commercio internazionale e IPR, Karel De Gucht ha annunciato l’adozione entro la fine dell’anno di una Comunicazione della Commissione volta a definire le giuste strategie nei rapporti con i Paesi terzi in materia di proprietà intellettuale.
È pressante – a detta del Commissario – l’esigenza di regole che promuovano l’innovazione senza, tuttavia, inibirla sul filone già tracciato dal Commissario Ue Michel Barnier che ha avviato la revisione della materia e che con una Comunicazione del maggio scorso ha già introdotto importanti modifiche.
Vengono citate, a titolo esemplificativo, l’introduzione del brevetto unico della Ue, la revisione delle norme Ue sui marchi volta a semplificare la procedura di registrazione e le procedure doganali. Ma anche il riesame della Direttiva IPR Enforcement del 2004 per migliorare l’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale in ambito digitale e affrontare i problemi causati da differenti normative all’interno dei Paesi Ue. Tutti questi interventi, e quelli che seguiranno, consentiranno, secondo De Gucht, di beneficiare di un mercato interno più armonizzato e consentità una migliore collaborazione con i Paesi terzi per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale.
Secondo le nostre previsioni, ha aggiunto il Commissario Ue, il 90% della crescita mondiale nei prossimi 5 anni si registrerà nei Paesi emergenti. Questo offre enormi opportunità per le imprese europee, ma al tempo stesso rappresenta una sfida importante che richiede una strategia di successo per investimenti in marketing, innovazione e aggiornamento tecnologico. Per essere più competitivi e difendere la loro leadership, le imprese europee dovranno essere in grado di usare gli input provenienti dal mercato interno ma anche dai Paesi extraeuropei, senza correre il rischio di violazione dei loro IPR.
L’approccio dell’Unione sarà quello di garantire agli utenti la libertà d’espressione e il rispetto della loro privacy, senza che quest’ultima diventi, tuttavia, una scudo dietro il quale violare le regole in materia di proprietà intellettuale.
La sfida sarà, dunque, quella di cogliere le opportunità offerte dalle economie emergenti con un approccio che, consapevoli dei rischi di free riding, sappia contemperare gli interessi di tutte le parti coinvolte, anche attraverso il loro diretto coinvolgimento.
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