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Cybersecurity: entro tre anni 6 milioni di posti di lavoro nel mondo

“Più di 209mila posti di lavoro nel campo della sicurezza informatica sono attualmente vacanti negli Stati Uniti e si prevede che la domanda mondiale sarà di 6 milioni entro il 2019, con un deficit previsto di 1,5 milioni. Per questo, l’emergere dirompente del tema della cybersecurity rende ancora più evidente questo scenario”. Così Cristiano Radaelli, presidente di Anitec, l’associazione confindustriale del settore Ict ed elettronica di consumo, intervenendo mercoledì in un convegno organizzato insieme a Consiglio nazionale delle ricerche, CotecFondazione per l’innovazione tecnologica, con la collaborazione della Polizia di Stato, e che si è tenuto a Roma presso la sede del Cnr. “Le informazioni, assieme al capitale umano – ha proseguito Radaelli – sono il patrimonio principale di imprese ed organizzazioni. Per questo la loro gestione e la loro sicurezza rappresentano una priorità che, nell’era dell’Internet of everything, si traduce nell’esigenza di valorizzare sempre più figure professionali come data scientist, chief technology officer, sviluppatori mobili, big data architect. A livello europeo, le professioni Ict sono date in crescita del 27%. Il mercato della sicurezza informatica, in particolare, è fiorente ed è destinato a crescere da 75 miliardi di dollari di valore generato nel 2015 a 170 nel 2020″. “Per governare questo sviluppo e creare valore nel nostro Paese – conclude Radaelli – è necessaria la collaborazione tra imprese, centri di ricerca e forze dell’ordine. Il nostro Paese ha le competenze e le risorse per svolgere un ruolo importante per la difesa interna ed anche per fornire tecnologie e applicazioni ai Paesi e alle organizzazioni amiche. L’avvio della collaborazione tra Anitec, Cnr, Cotec e Polizia di Stato è una tappa importante in questa direzione”. Come illustrato dal presidente del Cnr Luigi Nicolais, “Il tema della cybersicurezza, fino a pochi anni fa argomento prossimo alla fantascienza, oggi è uno degli asset strategici in ogni organizzazione su cui si concentrano investimenti in infrastrutture tecnologiche, sviluppo di competenze, definizione di profili professionali. È un settore in continua evoluzione destinato a crescere esponenzialmente e che pone intriganti sfide culturali e politiche. Mentre nei settori produttivi gli ambiti di intervento sono abbastanza definiti soprattutto laddove si opera in funzione di un obiettivo ben definito e circoscritto, la cybersicurezza sociale tocca ambiti molto più ampi, delicati e problematici perché investe la sfera dei diritti del singolo. È quindi opportuno che su questi temi non ci siano deleghe in bianco, ma che tutti, soprattutto se preposti ad assumere decisioni collettive, siano parte attiva”. Il capo della Polizia, direttore generale della pubblica sicurezza e prefetto Alessandro Pansa ha dichiarato: “la complessità della tematica della cybersecurity impone oggi un inevitabile sforzo sinergico per soddisfare la quotidiana esigenza di sicurezza informatica. Per questo motivo la Polizia di Stato ha avviato una serie di collaborazioni per creare una rete di partneship, mettendo altresì a disposizione la propria competenza esclusiva del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle ifrastrutture critiche (Cnaipc), quale organo di eccellenza per la fornitura dei servizi di sicurezza per le infrastrutture critiche”. 14 gennaio 2015

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