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“Il digitale come motore di sviluppo”, Vint Cerf: “L’Italia può ancora salire sul treno”. Giacomelli: “Abbiamo mancato la rivoluzione, occorre recuperare”

Cerf E Giacomelli

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Cerf e Giacomelli“Abbiamo mancato la rivoluzione digitale e stiamo cercando di recuperare il ritardo”. Così Antonello Giacomelli, Sottosegretario di Stato allo Sviluppo Economico con delega alle telecomunicazioni, nel corso de “Il digitale: motore di sviluppo per l’Italia e per l’Europa“, incontro organizzato a Roma nell’ambito del progetto Made in Italy – Eccellenze in digitale e al quale ha partecipato anche Vint CerfChief Internet Evangelist di Googlepadre di Internet insieme a Bob Kahn, con cui inventò il protocollo TCP/IP. Con la moderazione di Simone Spetia, giornalista di Radio24, Giacomelli ha rimarcato che “Il Paese ha un deficit infrastrutturale ma il nostro intento con il Piano e con il decreto che arriverà a giorni è mettere in moto quel processo che ci porterà a scalare la classifica europea. Ma questa è solo una parte delle azioni da mettere in atto, perché è fondamentale il passaggio culturale. In questo l’idea del Presidente del Consiglio di togliere il digitale da un aspetto tematico, come fosse semplicemente un argomento in più, e metterlo al centro come motore che cambia tutte le cose, è fondamentale”. Giacomelli: “Interloquire con i nuovi grandi player per governare i cambiamenti, senza demonizzare il futuro” Il digitale motore di sviluppo 1Prima dell’intervento del Sottosegretario, la responsabile delle Relazioni Istituzionali di Google Italia Giorgia Abeltino aveva illustrato le novità di Eccellenze in digitale chiosando sul fatto che “il 40% delle Pmi ancora oggi non afferra il valore di Internet, e quindi noi abbiamo messo insieme due pezzi che ci sembrava naturale stessero insieme, i giovani e le aziende, per far capire l’importanza del digitale anche per l’economia manifatturiera. Digitalizzaizone non è solo infrastruttura, ma è cultura, è far capire alle aziende perché è importante e ai giovani perché devono avere nuove competenze”, ha concluso Abeltino con riferimento a “Crescere in digitale”, iniziativa che vede coinvolto anche il Ministero del Lavoro. Domenico Mauriello, responsabile del Centro Studi di Unioncamere, ha confermato, prima delle testimonianze dirette di imprenditori e giovani impegnati nella evangelizzazione all’interno delle aziende, che “la barriera è culturale. Ma ora bisogna fare i conti con un profondo cambiamento del modo degli italiani di fare acquisti, considerati ormai esperienze complete che vedono l’attivarsi di un circuito tra negozio tradizionale ed Internet. E gli operatori presenti su Internet con un sito che non sia un sito vetrina hanno il doppio dell’export di chi in rete non c’è”. “Dove dovrei andare – ha invece esordito Cerf – per trovare idee innovative e creatività? Io vengo in Italia, patria di una grande tradizione di design e manifattura. E l’Italia può ancora saltare sul treno e cogliere questa grande occasione aperta dal digitale. Una delle cose centrali in questa economia mediata da Internet è la relazione con il consumatore, e la contigua customizzazione, con il consumatore che dice all’operatore di cosa ha bisogno e riceve un prodotto quanto più possibile personalizzato sulle sue esigenze. Credo sia un potente strumento e dobbiamo trarne vantaggio”. In chiusura un passaggio sulla neutralità della rete: “La net neutrality è diventata una questione centrale negli Stati Uniti perché la scelta di operatori broadband è molto limitata. La Fcc aveva tre opzioni: non fare nulla, appellarsi al Congresso, o prendere la decisione che ha preso. Non è il migliore esito in assoluto, ma penso sia il meglio che era possibile fare in questo momento”. “L’idea che sia il consumatore il padrone delle proprie scelte – ha affermato Giacomelli – è la condizione che a mio avviso ci permette di dialogare. Ma l’Europa è in clamoroso ritardo politico, e avere una sola voce è ormai una condizione minima”. 3 giugno 2015

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