La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha annullato la decisione della Commissione Europea del 2019…
“Internet e libertà d’espressione”, idee a confronto a Montecitorio. Boldrini: “Semestre Presidenza italiana Ue voglia caratterizzarsi per Internet Bill of Rights”. Nicita: “L’autoregolamentazione supporta la legge per contrastare i fenomeni illeciti onli
Diagnosi spesso simili, ma cure ancor più spesso molto diverse. Sulle spinose tematiche che riguardano gli spazi di interazione online la politica continua ad interrogarsi arrivando a conclusioni come quelle emerse durante il convegno “Internet e libertà d’espressione: c’è bisogno di nuove leggi?“, evento che ha avuto luogo nella mattinata di lunedì a Roma presso la Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati. L’apertura dei lavori è stata affidata ad un messaggio inviato dalla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e letto dal suo portavoce Roberto Natale: “Non posso non partire da un riferimento assai preoccupato alla situazione della Turchia – sono le parole di Boldrini – le recenti decisioni del premier Erdogan di bloccare prima Twitter e poi Youtube dicono che la libertà di espressione, in rete e non solo, è ancora una libertà fragile, anche in Paesi a noi molto vicini, e che la sua violazione non suscita a livello internazionale risposte sufficientemente ferme. Serve che l’Unione Europea sia più esigente in queste materie con chi si candida ad entrare, e al contempo faccia crescere la sua attenzione anche verso le nazioni che sono già dentro i confini dell’Unione ma non mostrano verso queste libertà fondamentali lo stesso rispetto che meritano i parametri finanziari”. “Dall’estero arriva però anche un’ottima notizia – prosegue il messaggio – e mi riferisco alla decisione assunta pochi giorni fa dalla Camera dei Deputati del Brasile di approvare il “Marco Civil“, cioè una prima Carta dei diritti online per i cittadini. In essa affermazione principi fondamentali come il rispetto della libertà di espressione, la neutralità della rete, la protezione dei dati personali, l’inviolabilità della vita privata, la difesa della natura partecipativa di Internet, la promozione del diritto universale di accesso, l’adozione degli open data. E’ una spinta importante e positiva a rilanciare anche qui in Europa la discussione sull’Internet Bill of Rights, secondo le proposte avanzate da anni dal professor Rodotà anche a livello internazionale. Mi auguro al riguardo che l’imminente semestre di Presidenza italiana dell’Unione voglia caratterizzarsi anche sotto questo profilo”. Boldrini affronta poi il tema delle leggi sull’online: “Io so per certo che serve una nuova attenzione, adeguata all’importanza che la rete ha guadagnato nelle nostre vite. Internet è un’occasione senza precedenti di conoscenza, di informazione, di partecipazione alla sfera pubblica, quindi di esercizio di diritti civili. Tuttavia è anche il luogo in cui i diritti delle persone si scontrano spesso con grandi poteri politici e commerciali. Sono una convinta utente e sostenitrice dei social media, ai quali attribuisco un insostituibile valore comunicativo, e proprio per questo voglio che non si trasformino in territorio di rapina, dove le informazioni sulle persone diventano proprietà di chi è interessato esclusivamente ai profitti; o dove la dignità dei singoli viene calpestata da minacce e da atteggiamenti di abuso e discriminazione”. “E’ evidente – si legge ancora nel messaggio – che non solo in rete si pongono questi problemi, che la violenza e l’odio sono ben presenti offline e che non è certo Internet a produrli. Ma non per questo credo che si possa rimanere con le mani in mano quando si usa la rete per controllare la vita delle persone o offenderne la dignità. Non mi sfugge, credete, la delicatezza di questi argomenti. Ma gli interlocutori di oggi hanno le competenze e le sensibilità per indicare le possibili soluzioni, che devono nascere sempre nel dialogo tra i diversi soggetti interessati. Registro al riguardo, come segno positivo di una sensibilità che cresce, il codice di autoregolamentazione sul cyberbullismo, che il Ministero per lo sviluppo economico sta varando con il coinvolgimento anche degli operatori che forniscono servizi in rete e che vengono impegnati ad attivare meccanismi di segnalazione per aiutare i minori in difficoltà”. E’ un lavoro ad ampio spettro quello che ci attende – conclude Boldrini che si scelga o meno il ricorso all’intervento legislativo, è evidente che per un uso consapevole della rete, per conoscere e imparare a rispettare diritti e doveri, è indispensabile una grande azione di alfabetizzazione, un’educazione digitale per i giovani e per gli adulti. E’ richiesto un intervento profondo e di lungo periodo, come sempre lo sono le azioni che vogliono incidere sulla cultura di un Paese. Ma non possiamo farne a meno, se vogliamo cogliere tutte le straordinarie opportunità che la rete offre per una crescita che sia anche crescita civile”. Il primo panel è così proseguito con l’intervento della parlamentare del Partito Democratico Alessandra Moretti, che ha rilanciato la sua proposta di legge in materia di hate speech. LEGGI “Moretti: ‘Interloquiamo con i big della rete per la rimozione dei contenuti in 24 ore’” “Non vengono introdotti né reati né bavagli – ha spiegato Moretti – così come non si prevedono filtri preventivi o obblighi di controllo da parte dei provider e dei gestori, ma solo l’attivazione di una procedura d’urgenza per la rimozione di contenuti ingiuriosi e offensivi. Si punta esclusivamente a rendere più facile, agevole e immediato uno strumento che già esiste, ovvero il ricorso al Garante della Privacy. La nostra proposta di legge chiede un intervento nelle 24, 48 e nei casi più complessi 72 ore per la rimozione, tempistiche che non sono certo compatibili con quelle della giustizia ordinaria. Il provider viene chiamato in prima istanza a rimuove spontaneamente il contenuto indicato; se si rifiuta, si richiede l’intervento del Garante. Lo stesso ricorso al Garante diventa il presupposto per adire alla giustizia ordinaria”. La deputata democratica ha poi fatto cenno alle parti della proposta di legge riguardanti il diritto all’oblio, e più nello specifico al “diritto all’aggiornamento, alla rettifica e alla deindicizzazione dei dati personali” ritenuti lesivi, inesatti o non più attuali dai diretti interessati. “Pesantemente in disaccordo” con Moretti si è dichiarato il deputato di Scelta Civica Stefano Quintarelli: “Occorre fare educazione digitale: le regole ci sono già. Bisogna tutelare i diritti dei soggetti in campo e una procedura troppo veloce rischia di non farlo. Inoltre, gli insulti pervadono la rete e si rischiano ricorsi di massa al Garante”, ha dichiarato Quintarelli plaudendo comunque alla “deindicizzazione dei siti pirata”. Non distante l’opinione espressa dal deputato di Forza Italia Antonio Palmieri: “Le leggi sulla rete troppo spesso anziché risolvere problemi ne creano; il Web non è un mondo a parte, ma il nostro mondo, non è virtuale, ma reale. La Guardia di Finanza e la Polizia Postale svolgono il loro lavoro egregiamente, utilizziamo gli strumenti che ci sono già. E sono d’accordo sulla necessità di investire in educazione e alfabetizzazione al digitale”. Ha invece contribuito al convegno con un collegamento in video da Napoli il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Antonio Nicita: “Il quesito non è tanto se se servano nuove leggi per Internet, ma se servano delle regole, magari figlie di inziative degli stessi soggetti in campo. L’approccio proposto per l’Autorità, in questo ambito, non deve essere infatti quello dirigista. È l’autoregolamentazione che può infatti intervenire in quegli spazi nei quali si richiede la tutela della persona, come i social network nei casi dell’hate speech. L’autoregolamentazione supporta la legge per contrastare i fenomeni illeciti di internet. Parliamo di provvedimenti anche molto light come quelli legati alle segnalazioni. Fondamentale in quel caso la trasparenza dell’applicazione di tali provvedimenti”. Sul sito della Camera dei Deputati è possibile reperire i video di tutti gli interventi. LEGGI “La rete ha bisogno di leggi speciali?” LEGGI “L’odio sul Web non ha radici digitali: caffè del Seicento e Radio “parolaccia” prima dei social network. Natale (portavoce Boldrini): ‘È indispensabile un’autoregolamentazione online’ ” LEGGI “Tra allarmi e regolamenti, sul cyberbullismo siamo solo all’inizio“ 31 marzo 2014