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Cina e telecomunicazioni, apertura al mercato. Il Governo approva progetti pilota orientati ad una maggiore concorrenza

Solo poche settimane fa il Plenum del Partito Comunista cinese aveva promesso una maggiore apertura al mercato e alla concorrenza in tutti settori dell’economia del Paese asiatico nell’ambito del piano decennale al centro dell’assemblea. E sembra porsi in linea con queste intenzioni l’annuncio del ministero dell’Industria e dell’Information Technology (MIIT), con il quale il Governo ha dato il via libera allo sviluppo di progetti pilota volti all’entrata di soggetti privati nel mercato delle telecomunicazioni locali. Stando a quanto riferisce Reuters, l’autorità di Pechino ha accordato a undici vettori virtuali di “appoggiarsi” alle reti dei tre giganti di Stato China Mobile Ltd, China Telecom Corp Ltd e China Unicom Hong Kong Ltd per rivendere servizi in mobilità con propri marchi aziendali. “È una pietra miliare che attirerà investimenti privati e stimolerà l’innovazione e la concorrenza nel settore – ha dichiarato il MIIT in una nota – fornendo al contempo al consumatore una più ampia gamma di servizi e una maggiore qualità”. Il più grande mercato di telefonia mobile del pianeta riceve dunque una nuova iniezione di concorrenza che non mancherà di stimolare gli appetiti delle grandi compagnie estere. La concessione dell’ingresso nel mercato locale a beneficio di società straniere è del resto uno degli impegni assunti dal Governo con la World Trade Organization; tra i principali accordi, la possibilità che le società straniere possano acquisire partecipazioni del 25% nelle società locali di telefonia con la prospettiva di arrivare al 35% nell’arco di un anno e al 49% nell’arco di tre. C’è chi del resto è già impegnato nell’occupazione di importanti pezzi della filiera. Poco prima di Natale, l’accordo tra Apple e China Mobile per la rivendita degli smartphone di Cupertino ad un pubblico potenziale di 763 milioni di abbonati. Il percorso di avvicinamento tra le compagnie occidentali e nuove possibilità offerte in terra cinese non è certo privo di ostacoli. Il 18 dicembre, ad esempio, la stessa China Mobile ha lanciato le connessioni 4G per una parte dei suoi clienti. Un piatto ricchissimo per il chipmaker americano Qualcomm, che in Cina realizza già quasi la metà dei suoi ricavi e che si trova in pole position per la nuova sfida dell’Lte. Scenario che non sembra però piacere alla National Development and Reform Commission (NDRC), l’Antitrust cinese, che a fine novembre ha aperto un’indagine sull’azienda americana per una presunta violazione delle leggi anti-monopolio. Un tempismo che ha fatto subito propendere diversi osservatori verso una conclusione: il Governo di Pechino, in linea con quanto già fatto in passato, sta semplicemente cercando di arginare l’espansione a stelle e strisce nel mercato domestico favorendo i player locali. Foto in home page: Magitnt.com 27 dicembre 2013

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