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Artigiani Digitali: chi sono i makers?

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Tra chi sfrutta le nuove tecnologie per vendere i propri prodotti e chi inventa tramite esse: la manualità al nostro tempo. Con i problemi di spazio delle grandi città e le richieste verso la Farnesina per una task force orientata alla promozione della manifattura italiana online Logo-Presi-per-il-Web11 Qual è l’impatto delle nuove tecnologie sui lavori artigiani? E quali le nuove professioni nate dal connubio tra lavoro manuale e progresso tecnologico? Sono le due domande al centro della puntata della puntata di domenica 1 dicembre di “Presi per il Web”, trasmissione di Radio Radicale condotta da Marco PerducaMarco Scialdone e Fulvio Sarzana con la collaborazione di Marco Ciaffone e Sara Sbaffi. Ospiti della trasmissione Stefano Micelli, Professore di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e autore di un volume dal titolo “Futuro Artigiano”, Stefania Milo, Presidente CNA Giovani Imprenditori, e Leonardo Zaccone di Roma Makers. Il Prof. Micelli ha messo in luce la dicotomia tra due tipologie di “artigiano digitale”. Un primo modello riguarda la manifattura di qualità che oggi affronta la sfida dei mercati internazionali attraverso la rete, non solo scoprendo le possibilità offerte dal commercio elettronico, ma scoprendo attraverso la rete le opportunità di un’innovazione tecnologica accessibile a costi contenuti. Il secondo tipo di artigiani digitali è invece quello dei veri e propri “Makers“: “Sono coloro – ha spiegato il Prof. Micelli – che attraverso l’uso di nuove tecnologie e nuovi strumenti possono diventare inventori e promotori di nuovi prodotti e soluzioni diventando protagonisti di una nuova generazione di prodotti innovativi che oggi hanno un loro spazio di mercato”.

From Greenews.info.it
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“Non credo nella decrescita felice, ma in un nuovo tipo di crescita. Abbiamo pensato per anni – ha chiosato il Prof. Micelli – che l’economia della conoscenza avesse una dimensione esclusivamente immateriale. Oggi scopriamo che c’è invece un intero universo fatto di materialità e lavoro manuale. E i nostri artigiani sono già da tempo proiettati verso i mercati internazionali soprattutto raccontando la loro attività. La valorizzazione del capitale umano che si nasconde dietro la manifattura creativa che è un portato storico del nostro Paese deve essere al centro del programma di qualsiasi governo”. Stefania Milo ha ricorda che poco tempo fa la CNA ha chiesto al ministro degli Esteri Emma Bonino l’istituzione di una task force della Farnesina specializzata nella promozione del Made in Italy sul Web: “Quello che può fare l’Italia per ricominciare a mordere il mondo – ha affermato – è puntare tutto sull’export di manifattura di qualità. In questo senso la rete non risolverà i nostri problemi ma ci darà una grossa mano. “Se c’è un problema che riscontriamo nel nostro lavoro – ha esordito Zaccone – è quello degli spazi: soprattutto in una città come Roma è difficile trovare spazi adatti alla realizzazione dei nostri prodotti, ed è per questo che viriamo sul coworking. Noi come RomaMakers puntiamo a realizzare un’operazione di rete sul territorio della capitale tramite l’apertura del FabLab. Tra i progetti più interessanti siamo al lavoro su un concetto di propagazione del suono diverso da quello al quale siamo abituati, tramite un altoparlante che propagherebbe il suono in tre dimensioni. Inoltre, realizziamo da noi gli strumenti che utilizziamo, come le stampanti 3D”. LEGGI “Stampanti 3D: quale futuro per i quadri d’autore?” 2 dicembre 2013

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