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eGovernment in Europa, un bilancio in chiaroscuro

EGov

Bene, ma si potrebbe fare molto meglio. Si possono riassumere così le conclusioni alle quali giunge l’ultimo studio in materia di eGovernment realizzato per la Commissione Europea da Capgemini, IDC, Sogeti e Politecnico di Milano. Pur sottolineando l’evoluzione positiva che negli ultimi anni ha riguardato il rapporto mediato dalle tecnologie digitali tra cittadini e pubblica amministrazione, il report evidenzia dati ancora poco incoraggianti. Ad esempio, in più della metà dei casi viene chiesto agli utenti di compilare moduli con delle informazioni già in possesso degli enti, mentre solo il 57% dei servizi pubblici è a disposizione delle imprese transfrontaliere, valore ritenuto ancora troppo basso nell’ottica della realizzazione del Digital single market. Ancora, la frontiera mobile sembra un miraggio per quel 73% di siti degli apparati pubblici che non presentano una versione ottimizzata per smartphone e tablet. eGov Per quanto riguarda l’Italia, si registra un livello di digitalizzazione più basso rispetto alla media e se ne fanno risalire le cause alla mancanza di adeguati skills nella Pa e nei cittadini (mediamente anziani e in gran numero abitanti zone rurali), alla poca capacità di coordinare gli sforzi tra le varie istituzioni e alla “percezione di un alto livello di corruzione che è la fonte della resistenza al cambiamento orientato a restituire maggiore trasparenza”. La Commissione raccomanda così una forte opera di sensibilizzazione e alfabetizzazione. E così, mentre Bruxelles annuncia una consultazione pubblica per la messa a punto di nuovo Action Plan 2016/2020 sull’eGov, nel nostro Paese prosegue il percorso di Italia Login.

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24 giugno 2015

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