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Tiffany Norwood, l’innovazione si declina al plurale

Tiffany Norwood

di Eduardo Meligrana “Quando sono nata, il mondo sembrava cadere in pezzi, il mio paese combatteva in Vietnam, Martin Luther King e Nelson Mandela combattevano la loro battaglia in nome dell’eguaglianza e della lotta contro l’apartheid”. Tiffany Norwood Se sharing economy, incubatori d’impresa, work for equity, crowdfunding, ventur capitalist e startup sono parole chiave con cui viene declinata la new economy, non si può prescindere dalla storia delle persone e dal potere creativo che sono in grado di sprigionare. Un approccio alternativo all’innovazione è quello di Tiffany Norwood, tra i pionieri della radio digitale, anticipatrice della tecnologia Mpeg, conosciuta poi in tutto il mondo come Mp3 e Mp4, ospite d’eccezione dell’incontro “Investire nell’innovazione”, organizzato dal Centro Studi Americani, diretto da Paolo Messa. Una riflessione sul modo di fare impresa con occhi nuovi, in virtù “della connessione che esiste tra le persone e sulla maggiore intelligenza che nasce dalla collaborazione”. Contrapposta alla concezione cinica e spregiudicata impersonata da Gordon Gekko, lo speculatore immaginato nel film “Wall Street”, il senso dell’innovazione per Tiffany Norwood si basa e si sviluppa nella dimensione del “noi”. Il tema ha riunito a Roma imprenditori, giuristi, startupper e mondo delle Istituzioni con l’obiettivo di creare un’innovazione etica e consapevole, non fine a se stessa. A discutere con Tiffany Norwood, fondatrice e Ceo di Tribetan, startup che crea piattaforme universali di intelligenza collaborativa, sono intervenuti Vito Cozzoli, capo di Gabinetto del Mise, Michela Di Biase, già consigliere e Presidente della Commissione cultura, politiche giovanili e lavoro di Roma Capitale, Domenico Arcuri, Amministratore Delegato di Invitalia, Alberto Gambino, Prorettore dell’Università Europea di Roma (Unier), ordinario di diritto privato, presidente dell’Accademia italiana del Codice di Internet (Iaic) e Laura Mirabella, fondatrice di uFirst, nota startup italiana che ottimizza il tempo. DSC_0285L’introduzione di Fabio Pompei, manager, docente universitario e presidente della Commissione “Innovazione tecnologica” del XII Municipio, ha illustrato gli obiettivi dell’incontro, ponendo a confronto il panorama italiano dell’innovazione con quello statunitense.  Tiffany Norwood ha scandito le fasi della sua intera esperienza personale e d’imprenditrice di successo con cinque società attive nel campo della new economy ed un ospedale in Etiopia. “Così come il mondo quando sono nata era in conflitto, anch’io ho combattuto per fare diventare realtà i miei sogni, inventando e fondando le mie società. Ci sono riuscita, conosco la sensazione contraddittoria di cercare di realizzare qualcosa che sembra impossibile, ma la mia vita dimostra, nella dimensione collettiva del noi, che i sogni e l’immaginazione contano”. Vito Cozzoli, anche in qualità di presidente di Amerigo – che riunisce gli  alumni italiani dei Programmi di scambio internazionale promosso dal Dipartimento Usa –  ha sottolineato come il Mise “sia il ministero delle imprese ed operi per l’attrazione di investimenti in innovazione. Questo Governo – ha aggiunto – intende cambiare i processi produttivi nel segno dell’innovazione. Abbiamo avviato bandi per 400milioni di euro e, con Manifattura Italia e con i programmi sulle Smart cities, verranno stimolate ancor più le imprese. E’ la prima volta che viene assegnata una delega specifica sulle Smart cities”. Michela Di Biase ha evidenziato come “l’innovazione oggi è parlare di startup. Occorre, però, innovare anche nel senso di migliorare le esperienze che già esistono”, come accaduto, ad esempio, per il laboratorio Scenografica del Teatro dell’Opera di Roma, che è riuscito a coniugare vecchi mestieri con le più avanzate tecnologie. Di Biase ha ricordato come sia ancora troppo contento il livello di startup legate al mondo femminile “il 12, 5% del totale”. DSC_0278 Nel suo intervento, Domenico Arcuri ha fornito dati sulla natura e sulle caratteristiche dell’innovazione italiana, rimarcando come sia necessario raccontare l’innovazione e il mondo delle startup, ma come sia fondamentale chiarire che l’innovazione “rappresenta un mezzo e non un fine”. Il progetto Smart&Start Invitalia sostiene la nascita e la crescita delle startup – ha ricordato Arcuri – e ha all’attivo il finanziamento di 653 imprese innovative, la concessione di agevolazione per 181 milioni, 2852 posti di lavoro creati. “Con Invitalia Venture, che opera esclusivamente in modalità di co-investimento assieme ad operatori privati indipendenti e qualificati – ha concluso – offriamo inoltre alle Pmi e alle startup strumenti concreti di consolidamento del capitale e di crescita”. Per Laura Mirabella “le startup sono un modo di fare impresa, mettendo a fattor comune le singole esperienze. Il governo – a parere di Mirabella – sta facendo molto sul fronte dell’innovazione, mentre si registra ancora titubanza quanto al ruolo dei capitali privati, dei capitali di rischio e ciò comporta una marcia ridotta sul fronte dell’innovazione italiana”. DSC_0286 Nella sua veste di presidente dell’Accademia italiana del Codice di Internet (Iaic) – nata nel 2014 da un importante lavoro legato ad un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (Prin) – il Professor Alberto Gambino ha focalizzato la sua riflessione sul valore del codice dell’internet, intenso come governo della rete. “Il codice di internet permette di comprendere cosa ci sia dietro le scelte, le dinamiche, le strategie di governo che presiedono la rete e le misure concrete che, in termini di innovazione, entrano nella vita reale di ciascuno”. L’Accademia di internet – ha proseguito – si confronta con le imprese, le istituzioni, con lo stesso legislatore al fine di raccordare le esigenze delle società e diffondere contenuti in rete. “In merito ai contenuti – ha concluso Gambino – l’Italia ha un enorme potenziale costituito dalla sua millenaria storia e cultura. Digitalizzare l’intero patrimonio culturale italiano accrescerebbe la qualità della rete, permettendo di condividere con il resto del mondo un unicum di saperi di straordinaria valenza, paradigma di sviluppo mondiale”. 17 Marzo 2016

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