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Audiovisivi: aggiornamento della normativa UE e nuovo approccio per le piattaforme online

La Commissione europea ha proposto un aggiornamento della normativa UE nel settore audiovisivo per creare condizioni più eque per tutti gli operatori, promuovere i film europei, tutelare i minori e contrastare più efficacemente l’incitamento all’odio.

La proposta – riassunta nel comunicato stampa di seguito riportato – delinea anche un nuovo approccio alle piattaforme online.

Nel quadro della strategia per il mercato unico digitale la Commissione ha presentato un aggiornamento della direttiva sui servizi di media audiovisivi (direttiva SMA), ossia delle norme comuni che da quasi 30 anni disciplinano i contenuti audiovisivi e garantiscono la diversità culturale e la libera circolazione dei contenuti nell’Unione.

Gli utenti infatti non si limitano a guardare i contenuti video sui canali televisivi, ma utilizzano sempre più spesso servizi di video a richiesta (come Netflix e MUBI) e piattaforme per la condivisione di video (come YouTube e Dailymotion).

A tal fine, la Commissione intende riequilibrare – prosegue il comunicato –  le norme attualmente applicabili alle emittenti tradizionali, ai fornitori di video a richiesta e alle piattaforme per la condivisione di video, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei minori.

Inoltre, la direttiva SMA riveduta vuole rafforzare la promozione della diversità culturale europea, assicurare l’indipendenza delle autorità di regolamentazione del settore audiovisivo e offrire maggiore flessibilità alle emittenti circa la pubblicità.

La proposta riflette il nuovo approccio della Commissione nei riguardi delle piattaforme online (come i mercati online, i motori di ricerca, i sistemi di pagamento, i media sociali e i siti per la condivisione di contenuti e di video).

Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario per il Mercato unico digitale, ha dichiarato: “Il mio intento è che le piattaforme online, il settore creativo e l’audiovisivo diventino forze trainanti dell’economia digitale; non voglio che siano appesantiti da norme inutili o superate. Hanno bisogno della certezza di un quadro giuridico moderno ed equo, che intendiamo fornire con la proposta”.

Günther H. Oettinger, Commissario per l’Economia e la società digitali, ha dichiarato: “Possono essere cambiate le modalità di fruizione dei contenuti televisivi o dei video, ma non sono cambiati i nostri valori. Con le nuove norme intendiamo difendere il pluralismo dei media e l’indipendenza dei regolatori del settore audiovisivo e bandire l’incitamento all’odio dalle piattaforme per la condivisione di video.Vogliamo anche assicurare parità di condizioni, un comportamento responsabile, la fiducia nell’ambiente delle piattaforme online e la sua equità“.

Quadro dei media per il XXI secolo

La Commissione ha svolto una valutazione della direttiva del 2010 sui servizi di media audiovisivi (direttiva SMA), sulla cui base propone:

Piattaforme responsabili per la condivisione di video: le piattaforme che organizzano e classificano grandi quantità di video dovranno tutelare i minori da contenuti nocivi (come la violenza e la pornografia) e proteggere tutti i cittadini dall’incitamento all’odio. Fra le misutr strumenti per segnalare contenuti illeciti, sistemi di verifica dell’età e sistemi di controllo genitoriale. I regolatori nazionali del settore audiovisivo non si occuperanno semplicemente di autoregolamentazione, ma avranno il potere di far rispettare le norme, che potranno anche comportare delle sanzioni.

Un ruolo più incisivo per i regolatori audiovisivi: la direttiva riveduta farà in modo che le autorità di regolamentazione siano indipendenti dai governi e dall’industria e possano svolgere nel modo migliore il loro ruolo, ossia garantire che i media audiovisivi operino nell’interesse degli utenti. Il ruolo del gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi, costituito da tutti i 28 regolatori nazionali del settore audiovisivo, sarà definito nella normativa dell’UE.

Più spazio alla creatività europea: attualmente le emittenti televisive europee investono circa il 20% delle loro entrate in contenuti originali e i fornitori di servizi a richiesta meno dell’1%.La Commissione vuole che le emittenti televisive continuino a riservare almeno metà del tempo di trasmissione alle opere europee e obbligherà i fornitori di servizi a richiesta a garantire almeno il 20% di opere europee nei loro cataloghi.

Maggiore flessibilità per le emittenti televisive: i telespettatori disturbati dal numero eccessivo di annunci pubblicitari possono passare a offerte di contenuti online senza pubblicità, che un decennio fa non esistevano. La revisione della normativa nel settore audiovisivo risponde a questa e ad altre nuove realtà. La direttiva riveduta offre alle emittenti maggiore flessibilità su quando trasmettere gli annunci: il limite complessivo del 20% del tempo di trasmissione è mantenuto tra le 7 e le 23, ma invece degli attuali 12 minuti all’ora, le emittenti possono scegliere più liberamente quando trasmettere gli annunci nel corso della giornata. Le emittenti e i fornitori di servizi a richiesta godranno inoltre di maggiore flessibilità per l’inserimento di prodotti e la sponsorizzazione, continuando a mantenere i telespettatori informati.

Piattaforme online: opportunità e sfide per l’Europa

La Commissione ha delineato un approccio mirato e basato su principi per risolvere i problemi segnalati dai partecipanti alla sua consultazione pubblica sulla valutazione delle piattaforme, che si è svolta nell’arco di un anno (cfr. domande e risposte), e coadiuverà l’industria e le parti interessate nei loro sforzi di autoregolamentazione e coregolamentazione per garantire che questo approccio resti flessibile e aggiornato.

Gli ambiti di intervento comprendono:

Norme comparabili per servizi digitali comparabili: i servizi digitali comparabili dovrebbero essere soggetti alle stesse norme o a norme analoghe e, ove possibile, la Commissione dovrebbe ridurre l’ambito di applicazione e la portata della normativa vigente.

La Commissione applicherà tali principi alla revisione in corso della normativa sulle telecomunicazioni dell’UE e della direttiva sulla e-privacy, ad esempio per stabilire se le norme in materia di riservatezza debbano applicarsi, oltre che alle società di telecomunicazioni “classiche”, ai fornitori di servizi di comunicazione online.

 L’obbligo per le piattaforme online di comportarsi in modo responsabile: l’attuale regime di responsabilità degli intermediari previsto dalla direttiva sul commercio elettronico dovrebbe essere mantenuto. La Commissione sta lavorando intensamente con le principali piattaforme online per elaborare un codice di condotta volto a contrastare l’incitamento all’odio online e presenterà i risultati nelle prossime settimane.

La fiducia è indispensabile: la cooperazione transfrontaliera nell’applicazione delle norme garantirà il rispetto, da parte delle piattaforme, degli obblighi concernenti i diritti dei consumatori, ad esempio tramite una chiara indicazione dei risultati delle ricerche sponsorizzate, mentre un mercato aperto con il libero flusso dei dati faciliterà il passaggio e la portabilità dei dati fra diverse piattaforme online e servizi di cloud computing.

La Commissione incoraggerà anche l’industria del settore ad intensificare volontariamente gli sforzi per contrastare pratiche come le recensioni online false o fuorvianti e inviterà le piattaforme online a riconoscere diversi tipi di sistemi di identificazione elettronica sicura (eID) che offrano le stesse garanzie dei loro sistemi eID.

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25 maggio 2016

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