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Mobile economy vale l’1,65% del Pil. Rangone (Polimi): “Mercato destinato a superare i 37 miliardi di euro nel 2017”

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“In Italia si è creato negli ultimi anni, e continua a crescere, un ecosistema mobile assolutamente fertile per lo sviluppo di nuovi servizi destinati sia agli utenti finali, sia alle imprese, sia alla Pubblica amministrazione, che ha dato origine alla Mobile economy“. È la conclusione alla quale giunge l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Mobile Economy del Politecnico di Milano. “I device mobili – si legge in una nota – sono sempre più performanti e disponibili a prezzi accessibili: in Italia, a fine 2014 si contavano 35 milioni di smartphone (che si prevede arriveranno a 40 milioni a fine anno) e 9,5 milioni di tablet (che supereranno i 10 milioni alla fine del 2015). Gli investimenti sulle reti mobile broadband (Lte) sono arrivati a coprire l’80% della popolazione e le tariffe di accesso al mobile Internet sono oggi alla portata di tutti. Inoltre, l’offerta di app ha superato i 3 milioni di unità dall’apertura degli store. Questo ha portato ad avere in un giorno medio quasi 18 milioni di utenti unici che navigano in Internet dai propri smartphone e tablet, contro meno di 13 milioni che navigano dal Pc”.

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“Il mobile è una grande opportunità per la crescita della digitalizzazione del nostro Paese e, quindi, per il superamento del nostro digital divide, e abilita porzioni sempre più rilevanti dell’economia, con importanti impatti su consumatori, PA e imprese di qualunque settore” afferma Andrea Rangone, coordinatore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico. “Al netto della contrazione dei servizi tradizionali di telefonia mobile, pari al -16%, la Mobile economy cresce, infatti, del 23%, e tocca i 25,7 miliardi di euro, per un valore pari all’1,65% del Pil. Questo mercato è destinato a superare i 37 miliardi di euro nel 2017, pari al 2,3% del Pil, grazie soprattutto alla spinta generata dall’utilizzo crescente di soluzioni di mobile commerce e mobile payment”. Il mCommerce ha infatti registrato una crescita del 55%, arrivando a pesare il 10% dei consumi della Mobile economy e il 18% del totale eCommerce italiano. L’acquisto di contenuti da mobile (giochi, video, news, musica, ecc.) si avvicina invece al miliardo di euro crescendo del 18%: gli acquisti dagli application store pesano per il 40% di questo segmento. “Per quanto riguarda gli investimenti di imprese e pubbliche amministrazioni, quelli effettuati dagli operatori telefonici per l’ampliamento della copertura delle reti Lte (ed evoluzioni) e per l’aggiornamento delle reti Hspa sono cresciuti significativamente nel 2014 (+39%), per un valore assoluto che supera i 3 miliardi di euro, rappresentando oltre il 55% degli investimenti complessivi della Mobile economy“. Gli investimenti legati al paradigma dell’Internet of things basati su rete cellulare valgono oltre un quinto degli investimenti complessivi della mEconomy e crescono del 28%; i principali ambiti di sviluppo riguardano il mondo dell’auto (smart car) e quello domestico. Una crescita simile, pari al +24%, viene registrata dagli investimenti per lo sviluppo di app e soluzioni mobile a supporto sia dei processi interni all’azienda, sia della relazione con il cliente finale: pesano il 14% del totale investimenti. Mentre la spesa in comunicazione e marketing mobile fa un balzo in avanti, cresce del 41% e conquista l’8% del mercato, grazie ad un incremento significativo degli investimenti pubblicitari su smartphone e tablet, che arrivano a valere poco meno del 20% degli investimenti in Internet advertising. “Prevediamo che la Mobile economy cresca con un tasso medio annuo pari al 14% fino al 2017, grazie soprattutto allo sviluppo di alcuni trend molto attesi”, sottolinea Marta Valsecchi, responsabile della ricerca dell’Osservatorio. “È paradossale, però – chiosa Rangone – che proprio il comparto degli operatori mobili stia da anni perdendo fatturato e margini. Anche nel 2014 questo trend negativo continua: gli operatori di telefonia mobile registrano complessivamente una diminuzione di fatturato del 10%. Dal 2009 ad oggi, sono stati persi oltre 7 miliardi di euro (ossia più del 30% del valore iniziale), di cui circa 4,5 miliardi solo negli ultimi 2 anni. Questo scenario è particolarmente critico perché gli operatori devono essere in grado di investire continuamente nello sviluppo delle reti per garantire velocità di banda sempre maggiori. È evidente, quindi, che un ruolo importante nello scacchiere della Mobile economy dei prossimi anni sarà giocato anche dall’Authority”. image_gallery

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22 maggio 2015

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