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“Web e legalità”, le voci dalla Tavola Rotonda sul futuro del diritto d’autore

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Se il 39% dell’attività economica dell’Unione Europea, pari a 4700 miliardi di euro l’anno, è determinata dalle industrie i cui diritti di proprietà intellettuale generano direttamente circa il 26% dei posti di lavoro nell’Ue, quali sono gli strumenti per potenziare, difendendoli dalle minacce, tali diritti nell’era di Internet? Sono i dati e le questioni che hanno sotteso la Tavola Rotonda “Web e legalità, il futuro del diritto d’autore“, primo degli appuntamenti promossi dall’Osservatorio Web e Legalità (OWL) e che ha avuto luogo nel pomeriggio di ieri nell’Aula Magna Mario Arcelli dell’Università LUISS Guido Carli di Roma. “Ad oggi un capo del personale guarda più i social network che i cv  dei candidati ad un lavoro. Basta questo per dare idea della pervasività e centralità delle tecnologie digitali nelle nostre vite anche professionali”, ha esordito il Direttore generale della LUISS Giovanni Lo Storto per i saluti iniziali. Salutando il presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Angelo Marcello Cardani, appena arrivato in sala, il Professor Gustavo Olivieri ha parlato del Regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica, varato dall’Authority ed entrato in vigore il 31 marzo scorso. “Il provvedimento – ha affermato Olivieri – rappresenta una novità assoluta nel quadro normativo degli strumenti di enforcement e tutela del copyright in rete. Ovviamente ci sono alcuni profili che saranno da aggiustare nella prassi, ma già la giurisprudenza che proviene a livello comunitario restituisce segnali confortanti e ci fa capire che è la direzione giusta. Sarà interessante di sicuro vedere quali saranno i rapporti tra i provvedimenti dell’Agcom e l’Autorità Giudiziaria ordinaria, o quali saranno i rapporti tra la stessa Agcom e le altre Authority; c’è poi tutto un ruolo da definire per ciò che riguarda la Siae. Occorre sempre considerare – ha concluso Olivieri – che non basta certo l’enforcement per assicurare un futuro al diritto d’autore online: occorre concentrarsi sull’altra gamba sul quale far muovere l’industria dei contenuti, cioè quello della concorrenza e delle offerte commerciali che vadano con prezzi accessibili e diversificazione dell’offerta ad incontrare la domanda dei consumatori”. Ad introdurre i lavori il consigliere d’amministrazione di Mediaset Gina Neri (“Occorre che questo dibattito si allarghi anche a livello comunitario, perché è in quella dimensione che si possono affrontare in maniera incisiva i problemi che affliggono l’industria creativa e la sua valorizzazione”) e Antonio Marano, Vicedirettore generale della Rai, il quale ha affermato: “Tutelare i diritti in una dimensione crossmediale è importante per far sì che gli investimenti ritornino ai produttori e agli editori. La difesa del diritto è la difesa di chi produce contenuti, ed è un fattore fondamentale per generare redditività e incentivare l’elaborazione di modelli di business più calati sulle nuove piattaforme. Questo coinvolge anche i consumatori, i quali devono capire che amare il cinema vuol dire pagare per fruire dei contenuti di qualità”. Un punto di vista sul quale il moderatore del dibattito, il Direttore del Tg4 Mario Giordano, ha chiosato telegraficamente: “Se l’investimento non è produttivo, nessuno investe più”. Subito dopo il presidente di Anica Riccardo Tozzi: “Mi sento abbastanza tranquillo sul mutamento culturale di chi fino a qualche anno fa non capiva che piratare un film era come rubare un dvd in un negozio. Io credo che non ci sia nulla di sostanziale da modificare nella disciplina del diritto d’autore, a parte qualche aspetto secondario; il grosso regge al nuovo contesto con al centro la figura del diritto del video on demand, che sarà strumento centrale nella diffusione del cinema nell’era digitale e non è in concorrenza con le sale, perché il futuro sarà caratterizzato dal consumo legale sulle nuove piattaforme grazie a educazione e nuova offerta. Ma se il diritto economico tutelato dal diritto d’autore ha tenuto benissimo – ha proseguito Tozzi – non altrettanto si può dire per il diritto morale; ciò che veniva considerato palesemente plagio qualche tempo fa oggi non è più tale, perché Internet ha prodotto una vastissima conoscenza di tutto da parte di tutti, e quindi il ‘prendere un po’ qua e un po là’ è ormai entrato nel senso comune, generando un attutimento dell’idea della singolarità dell’idea. C’è un limite però tra il legittimo cambiamento dei tempi e dei costumi e il rischio che frani il pezzo fondamentale della tutela morale, e forse su questo confine la dottrina scientifica dovrà interrogarsi”. IMG_9809È invece intervenuto tramite un collegamento Skype il presidente del Sindacato Attori Italiani Giulio Scarpati: “Ci sono dati che ci mostrano come il 75% degli studenti scarichi contenuti illegalmente. Ma se il nodo di fondo è quello di un problema culturale e noi non abbiamo un sistema educativo che preveda cinema e teatro a scuola trovo difficile che i nostri giovani possano essere educati al rispetto della creatività e del lavoro in questi settori. È dunque il sistema educativo stesso che deve essere coinvolto in un percorso che abbia un duplice obiettivo: la tutela e l’allargamento della fruizione, entrambi necessari per non finire per ridurre tutta l’offerta in una nicchia o, estremo opposto, privilegiare la gratuità per ottenere grandi numeri”. Stefano Previti, tra gli organizzatori dell’incontro, ha fatto così da snodo tra i saluti introduttivi e la Tavola Rotonda vera e propria. Il primo ad intervenire è stato il Commisario Agcom Antonio Martusciello, peraltro a poche ore dall’insediamento in seno all’Authority del Comitato per lo sviluppo e la tutela dell’offerta legale di opere digitali, istituito ai sensi dell’articolo 4 del Regolamento e articolato in quattro gruppi dediti ciascuno all’approfondimento di specifiche linee di attività: promozione dell’offerta legale, codici di autoregolamentazione, educazione alla legalità e monitoraggio sull’applicazione del Regolamento. Il Comitato si riunirà in seduta plenaria il prossimo 19 giugno e le sue attività saranno rese pubbliche in un’apposita sezione all’interno del sito dedicato al Regolamento antipirateria www.ddaonline.it. “Abbiamo voluto lanciare un messaggio con il regolamento – ha esordito Martusciello – e cioè che Web e legalità non sono in contrasto. Non c’è certo la volontà di restringere la libertà online. All’inizio di questo percorso ci siamo chiesti quali fossero le motivazioni che portano i consumatori a fruire di contenuti illegali, e ci siamo risposti che sono sotanzialmente tre: il fatto che i contenuti siano gratuiti, facilmente reperibili e che siano nuovi, elementi che messi a sistema attenuano la percezione si tratti di un comportamento comunque illegale. Ma la gratuità è solo un’illusione, soprattutto in un business model, che è quello di Internet, a più versanti. Uno dei pilastri dell’azione dell’Authority – ha spiegato Martusciello – è quello dello sviluppo dell’offerta legale e un maggiore impegno per un uso consapevole della rete. Ci siamo tenuti ben lontani da modelli come l’Hadopi francese per bilanciare sempre la libertà degli utenti e la tutela dell’interesse economico; si vuole combattere la pirateria massiva, non colpire l’utente finale come succedeva ad esempio nel caso francese rivelatosi troppo invasivo. Noi abbiamo espressamente escluso l’utente finale dai provvedimenti”. Dopo aver illustrato il Regolamento, Martusciello ha proseguito: “Il settore culturale mostra un andamento anticiclico generando crescita e ricavi, e quindi deve ancor più essere tutelato dal legislatore e da chi fa un lavoro regolamentare. La rivoluzione tecnologica determina l’inadeguatezza di strumenti giuridici concepiti in altre epoche. L’Agcom ha rotto il ghiaccio in questo senso, e per quanta strada resti da fare sono sicuro che sia stata imboccata quella giusta; mi auguro la ricerca accademica possa individuare futuri strumenti giuridici che consentano di introdurre un ‘diritto 2.0’ nel nostro ordinamento”. È così arrivato il momento degli interventi accademici, primo tra i quali quello del Professor Giuseppe Rossi (IULM), che ha analizzato il rapporto tra la proprietà intellettuale, e la tutela per essa prevista nel Regolamento Agcom, e altre tutele già esistenti, soprattutto alla luce della natura subordinata all’azione giurisdizionale che l’Autorità ha attribuito alla sua azione. Il Presidente della Terza Sezione Civile del Tribunale di Milano Giuseppe De Sapia ha invece concentrato la sua attenzione sulla posizione degli Internet Service Provider (ISP) destinatari di provvedimenti inibitori, anche nelle ipotesi di mera fornitura di connettività, ma talvolta “concorrenti nell’illecita diffusione nei casi in cui la loro attività si estenda a più incisive attività di aggregazione dei contenuti abusivamente riprodotti”. Dopo di lui, Stefano Longhini della Direzione Affari legali di Mediaset, il quale ha esordito contraddicendo, per la pirateria online, “l’esempio del ragazzo che entra nel negozio e ruba i cd, perché è a mio avviso è più calzante l’idea dei ragazzi che trovano per strada i contenuti, a disposizione gratuita di tutti, e con qualcuno che addirittura dice che prendendoli si contribuisce a far circolare la cultura. Ecco, il nostro compito è anche fare in modo che quegli spazi di fornitura gratuita non siano più a disposizione. E non è certo una battaglia di retroguardia. Non è lo strumento Internet il nemico, ma alcuni suoi utilizzi”. Il Direttore del LEAR Paolo Buccirossi ha proposto un intervento incentrato sulle tendenze evolutive nelle quantificazione del risarcimento del danno, alla luce del fatto che gli sfruttamenti non autorizzati possono compromettere l’intero valore di un’opera su cui insiste il diritto d’autore, un effetto “particolarmente rilevante quando l’utilizzo illecito avviene attraverso un media potente e ubiquo come Internet”. I danni non patrimoniali nella lesione del diritto d’autore sono così affrontati dal Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche della European School of Economics Giuseppe Cassano, mentre il Professor Francesco Graziadei ha incentrato la sua relazione sul dibattito sorto in sede europea in materia di regolamentazione dell’audiovisivo al tempo digitale. È il rapporto tra le tutele de diritto d’autore e degli altri diritti fondamentali il cardine attorno al quale si sviluppa, infine, il contributo del Professor Andrea Stazi, ricercatore e docente di Diritto Comparato nell’Università Europea di Roma. “Internet ci porta in un mare aperto – ha affermato Stazi – perché ci pone una serie di domande assolutamente nuove e fa tramontare una parte dei concetti tradizionali. Pensiamo all’importanza dell’analisi su chi siano oggi i gatekeepers in rete e su chi è in grado di controllare e discriminare i contenuti online. In questo nuovo scenario, cercare di rispondere ai problemi posti da Internet con gli istituti del passato fa correre il rischio che ci si ritrovi con i contenuti online a due minuti dalla pubblicazione”. “Allo stesso modo  – ha proseguito – bisogna evitare le politiche a senso unico e cercare un bilanciamento di interessi e di principi quali la protezione dei dati personali, la libertà di informazione, la libertà di iniziativa economica e la tutela della proprietà intellettuale, tramite i criteri di gerarchia e proporzionalità. Ognuno di questi principi, volta per volta, arretra lasciando spazio agli altri, a seconda dei casi. La sfida è proprio il bilanciamento, ed è copiosia in questo senso la giurisprudenza della Corte di Giustizia, che ribadisce nei suoi pronunciamenti l’importanza della sopra menzionata gerarchia. Penso ad esempio alla sentenza con la quale la Corte afferma che se un contenuto è liberamente accessibile su uno spazio online può essere linkato da un sito terzo, possibilità che non è consentita quando invece il contenuto stesso sia sottoposto a restrizione, un pronunciamento nel quale emerge la ricerca di un contemperamento tra la libertà d’impresa e quella di informazione ed espressione”. 11 aprile 2014

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