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BioLaw Journal – Rivista di BioDiritto lancia la Call for Papers

La questione della gestazione per altri – definita in ambito giornalistico anche come maternità surrogata o utero in affitto – sta dilagando nel dibattito politico, culturale e mediatico, in Italia e all’estero e rappresenta il tema prescelto per la nuova Call For Papers per il prossimo numero della Rivista. Si tratta di uno dei temi più urgenti che si agita nel campo del biodiritto e della bioetica; come spesso accade in questi settori, le tecnologie attuali non hanno “creato” il problema, ma hanno solo (enormemente) accentuato una questione che è davvero vecchia quanto il mondo. L’evoluzione scientifica, infatti, ha portato ad un considerevole ampliamento del panorama delle possibilità riproduttive, un tempo limitate. Ne deriva un quadro caratterizzato da molteplici possibilità. I gameti, infatti, possono provenire entrambi dalla coppia committente, oppure da donatori esterni alla coppia. Ancora, uno solo di essi (maschile o femminile, anche se quest’ultima ipotesi è più frequente) può provenire da uno dei membri della coppia e l’altro da un donatore. L’ovulo, infine, potrebbe provenire anche dalla madre surrogata (indipendentemente dal tipo di fecondazione). Naturalmente il quadro si complica ancora di più se introduciamo la variante delle coppie omosessuali. A seconda dell’ipotesi analizzata, mutano i legami tra i soggetti presi in considerazione: entrambi i componenti della coppia committente saranno anche genitori genetici; uno solo o nessuno di essi lo sarà nel caso di ricorso a donazione di gameti esterni alla coppia. La madre gestante, infine, avrà un legame genetico con il nato solo nel caso in cui sia anche la donatrice dell’ovulo. Resta fuori dall’elenco l’ipotesi in cui non vi sia nessuna surrogazione in senso proprio, ma semplicemente la coppia (etero o omo che sia) acquisti in qualche modo la genitorialità di un figlio concepito da un’altra coppia (com’è nel modello dell’adozione). Questa ipotesi, che tradizionalmente è già regolata con un più o meno elevato tasso di severità da ogni ordinamento giuridico, resta fuori dalla call, se non per il sottile filo di distinzione che la separa dal caso in cui l’embrione derivi dalla fecondazione dei gameti di due donatori esterni alla coppia. La call è aperta all’invio non solo di contributi giuridici, ma anche di riflessioni di carattere etico, storico, filosofico, sociologico, psicologico, economico. I contributi saranno valutati, in forma anonima, da parte di un apposito comitato scientifico e selezionati anche sulla base della loro originalità per la pubblicazione sulla Rivista. Gli scritti non dovranno superare gli 80.000 caratteri (spazi inclusi) e potranno essere redatti in italiano, inglese, spagnolo o francese (con abstract in inglese) secondo i criteri redazionali indicati nel file reperibile a questa pagina. I contributi dovranno essere inviati entro il 1 maggio 2016 al seguente indirizzo: biodiritto@gmail.com.

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