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Diritto all’oblio, i garanti UE: “De-indicizzare solo dai domini europei non è sufficiente”

“Limitare la de-indicizzazione ai solo domini europei sulla base del fatto che gli utenti tendono ad accedere ai motori di ricerca attraverso i loro domini nazionali non può essere considerata una misura sufficiente a garantire in modo soddisfacente i diritti degli interessati secondo la sentenza. La de-indicizzazione deve invece essere effettiva anche per tutti i domini .com rilevanti”. È il Working Group Art. 29, il Gruppo che raccoglie tutte le Autorità per la privacy europee (e che da poche ore vede figurare alla vice presidenza il Garante italiano Antonello Soro) a riaccendere i fari sulla sentenza con la quale la Corte di Giustizia Europea nel maggio scorso ha stabilito il diritto per i cittadini dell’Unione a veder rimossi dai motori di ricerca determinati risultati associati al proprio nome. Il Gruppo di Lavoro ha annunciato l’approvazione delle linee guida sull’applicazione della sentenza, documento che darà reso pubblico nelle prossime ore e che, pur non avendo valore vincolante per i motori di ricerca, fornisce 13 criteri di interpretazione comuni per le Autorità nazionali impegnate nella valutazione delle criticità emerse all’indomani del pronunciamento della Corte. “Bisogna garantire l’effettiva applicazione della sentenza ed evitare che le leggi europee possano essere eluse. Nessun singolo criterio è, di per sé, determinante – si legge in una nota del WP – e ognuno di loro deve essere letto alla luce dei principi stabiliti dalla Corte e in particolare alla luce de l’interesse del pubblico ad avere accesso ai dati”. LEGGI Diritto all’oblio: gli URL esaminati da Google aumentano di 1500 al giorno. Per l’Italia respinte più di tre richieste su quattro Diritto all’oblio: cosa non possiamo chiedere a Google. Considerazioni sull’applicazione della sentenza della Corte di Giustizia Diritto all’oblio, “che fare se Google dice no”. Autorità europee al lavoro su criteri comuni Diritto all’oblio, Google ascolta gli esperti. E i nodi restano da sciogliere Pizzetti: “Sentenza CGUE non è su diritto all’oblio. Ma pone questioni fondamentali su evoluzione normativa” Data protection e diritto all’oblio, il Commissario Reicherts: “Dibattito distorto da detrattori. Adottare subito nuove è più forti tutele sulla protezione dei dati” Diritto all’oblio, Google “interrogato” dai Garanti privacy europei. Accolta la metà delle richieste. In attesa di linee guida condivisePrivacy e diritto all’oblio, il gestore di un motore di ricerca online è responsabile del trattamento da esso effettuato dei dati personali che appaiono su pagine web di terzi. Montuori (Garante Privacy): “Consonanza con direzione intrapresa dall’Autorità”. Google: “Decisione deludente, sopresi differisca da Advocate General”Google e diritto all’oblio, Giuseppe Busia (Garante Privacy): ‘Stabilito un principio sulla competenza territoriale’. Il Prof. Gambino: ‘Richiesta ai motori di ricerca è tutela estrema e subordinata, ma aspetti positivi per tutela delle fragilità’ ” “Uno, nessuno e centomila: tra reputazione online e diritto all’oblio. Montuori (Garante Privacy): ‘Importante capire il diritto alla contestualizzazione dell’informazione’ 27 novembre 2014

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