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Istruzione e formazione in Europa, la Commissione: “Adottare appieno gli strumenti dell’era digitale”

“I bassi livelli in materia competenze di base registrati all’interno dell’Unione Europea limitano fortemente lo sviluppo economico e la realizzazione personale e professionale dei cittadini; per migliorare i livelli di occupazione, l’innovazione e la cittadinanza attiva occorre dunque sviluppare queste stesse competenze in parallelo al potenziamento di digital skills, creatività, imprenditorialità, pensiero critico e alfabetizzazione agli strumenti elettronici”. Ad affermarlo è una relazione congiunta della Commissione europea e degli Stati membri, con la quale si sollecita il rafforzamento della cooperazione nel campo dell’istruzione e della formazione nella prospettiva del 2020. L’allarme sulle competenze digitali è stato lanciato a più riprese da Bruxelles, che nel 2013 stimava nell’ordine dei 900mila i posti di lavoro che sarebbero rimasti vacanti all’interno dell’Unione a causa di queste lacune. La questione è riproposta ora in un documento che pone grande attenzione al tema dell’inclusione sociale tra i banchi di scuola anche e soprattutto in relazione agli attentati del 2015 a Parigi e a Copenaghen. I valori fondamentali dell’uguaglianza, della non discriminazione e della cittadinanza attiva vengono dunque inseriti tra le priorità insieme alla creazione di contesti di apprendimento aperti, innovativi e digitali. “L’occupazione giovanile è una delle maggiori priorità per questa Commissione”, afferma Marianne Thyssen, Commissaria responsabile per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori: “Oggi più che mai per trovare lavoro sono necessarie competenze pertinenti e di elevata qualità. Una migliore cooperazione nel campo dell’istruzione e della formazione contribuirà ad innalzare i livelli di competenza e di abilità per ovviare agli squilibri nell’offerta e nella domanda di competenze ed aiutare in tal modo i giovani europei a trovare il loro posto sul mercato del lavoro”. Il contesto di partenza presenta delle criticità di non poco conto; se in Italia è l’osservatorio di Skuola.net a dipingere un quadro non esaltante, l’Education and training monitor realizzato dalla stessa Commissione lo scorso anno mostrava infatti come un adulto su quattro all’interno dell’Unione avesse scarse capacità di utilizzo delle tecnologie digitali, e che dunque fosse prioritario il rafforzamento anche delle politiche orientate all’adult learning. “Istruzione e formazione – si legge ancora nella relazione – devono raccogliere i frutti degli ultimi sviluppi dell’Ict per farne uno strumento di sistematico cambiamento nella messa a punto di ambienti pedagogie innovative, attive e di progetto”. In questo senso risulta centrale la formazione degli educatori stessi, anche nell’ottica della prevenzione dell’abbandono scolastico precoce. Il Consiglio europeo dovrebbe adottare questa relazione entro la fine dell’anno, in un contesto che vede il Quadro strategico nel settore dell’Istruzione e della Formazione 2020 (ET 2020), istituito nel maggio 2009, offrire agli Stati membri, alla Commissione e alle istituzioni dell’educazione una “tribuna” per lo scambio di buone pratiche, informazioni e consigli in materia di riforme strategiche.

Le competenze digitali entrano nei programmi scolastici Ministeriali. Da definire il ruolo di AgID e del docente coordinatore

“A novembre – annuncia la Commissione – sarà presentato il Monitoraggio 2015 dell’istruzione e della formazione, un’analisi annuale dei progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi educativi definiti nella strategia Europa 2020. Tra i principali obiettivi si annoverano la riduzione della dispersione scolastica e il completamento dei livelli di istruzione terziaria. Fra breve sarà inoltre presentato il progetto di relazione unionale sulla gioventù in cui riferirà in merito alla cooperazione europea in campo giovanile nel periodo 2013-2015. Questa relazione affronterà questioni prioritarie come la disoccupazione giovanile, l’inclusione sociale e la partecipazione dei giovani”. 1 settembre 2015

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