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Lo sport come valore educativo: all’Università Europea di Roma con Lotito, Djordjevic e Pereirinha. Il Prof. Gambino: “Aspetti economici non prevalgano sulla formazione delle persone”

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L’Università Europea di Roma ha ospitato martedì un Open day che ha avuto tra i temi centrali quello dello sport come strumento educativo per trasmettere valori ai giovani. “Lo sport può essere uno strumento formidabile per la trasmissione di valori sani, e dunque le università con il loro corredo di saperi possono dare un apporto importante nel creare un circolo virtuoso dove lo sport non sia solo un’industria ma anche un luogo di formazione delle persone”, ha affermato annunciando l’evento in un’intervista a Radio Vaticana il Prof. Alberto Gambino, direttore delle Rivista di Diritto sportivo del Coni e Coordinatore Accademico dell’ateneo. Nel corso del pomeriggio sono così intervenuti il Presidente della Lazio Claudio Lotito e i calciatori biancocelesti Filip Djordjevic e Bruno Pereirinha. Spettacolare la presenza dell’aquila Olimpia, simbolo del club, mentre Lotito ha tenuto una lectio magistralis, la prima del corso breve di “Diritto ed economia dello sport“. Unier24_03_14  

“Nei nostri corsi di laurea – ha affermato il Prof. Gambino – ci sono alcuni insegnamenti legati ad uno sbocco lavorativo all’interno delle federazioni sportive, e questo grazie anche ad una convenzione con il CONI. La parola professionalizzazione ha una doppia valenza; se intesa solo in termini economici e di fini di lucro di sicuro apre al rischio che lo sport si snaturi, ma se invece la intendiamo come formazione di competenze allora si tratta di una necessità, perché talvolta nel mondo dello sport si affacciano persone che le competenze le acquisiscono sul campo, aspetto che può essere un pregio, ma molto spesso è un difetto”. TPO – Tornando alla trasmissione radiofonica, essa ha concentrato la sua attenzione anche su fenomeni come quello delle Third Party Ownership (TPO), fondi comuni di investimento che i club di calcio possono utilizzare per condividere i rischi e anticipare i ricavi attraverso l’assegnazione di una percentuale dei diritti economici legati a giovani calciatori. “È un tema delicatissimo – ha chiosato il Prof. Gambino – perché la prestazione di un calciatore rischia di diventare una cosa, una res a disposizione di una società che priva gli stessi calciatori della libertà di fare alcune scelte. Questo è un tema da affrontare a fondo, perché il calciatore diventa un cartellino che circola come una azione; il rischio è anche quello che prevalgano gli aspetti economici sui diritti inviolabili della persona”. 24 marzo 2015

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