skip to Main Content

Regno Unito, i primi strike dei poliziotti antipirateria

Pipcu

L’unità inaugurata in seno alla City of London Police prima dell’estate incassa i primi risultati con la sospensione di alcuni domini riferiti a siti sospettati di violare la Proprietà Intellettuale. Una toppa alla sempre più lontana approvazione del Digital Ecnonomy Act Avevano iniziato inviando degli avvertimenti ai titolari di siti sospettati di ospitare contenuti in violazione di copyright in terra Britannica. “Oscurate certi contenuti o ci saranno conseguenze”, era il senso delle missive. Di fronte al mancato adeguamento al contenuto delle comunicazioni, è iniziata la fase due, l’invio di lettere direttamente ai registrar. Con sospensione dei domini. Protagonisti di questa azione antipirateria online sono gli agenti del Police Intellectual Property Crime Unit (Pipcu), cellula istituita all’interno del corpo di polizia di Londra alla fine dello scorso anno e diventata operativa all’inizio del settembre scorso. Il compito dell’unità, finanziata con 2,5 milioni di sterline per due anni, è proprio quello di reprimere le violazioni di proprietà intellettuale a mezzo Internet.

Detto, fatto. In poche settimane gli agenti londinesi hanno ottenuto la sospensione dei primi domini riferiti a siti di torrent e file sharing, come riferisce TorrentFreak, pur riscontrando il rifiuto da parte di provider come il canadese easyDNS, i cui vertici hanno risposto alla missiva invitando la polizia del Regno unito a servirsi di un mandato giudiziario prima di inviare determinate richieste. Obiezioni che si trascinano da anni in mancanza di una chiara disciplina che ripartisca i ruoli in questa delicata partita.pipcu

Appare ancora lungo il percorso che dovrebbe portare all’approvazione del Digital Ecnomy Act (Dea), un testo il cui cammino è iniziato con l’approvazione della “cura Mandelson” nell’aprile del 2010 ma che da allora è rimasto impantanato. Tra le polemiche per le misure di takedwon previste nel testo sono arrivate nel tempo anche azioni legali come il ricorso presentato nel giugno 2011 dai provider British Telecom e TalkTalk (ricorso respinto nel marzo dell’anno successivo). Nell’aprile 2012 l’entrata in vigore della legge slittava ulteriormente 2014, mentre venivano pubblicate le linee guida sulle quali si metterà a punto il testo. Nel giugno 2013 un nuovo rinvio: non se ne parla fino al 2015. 10 ottobre 2013

Back To Top