skip to Main Content

Google e Antitrust europeo, prove di avvicinamento

Joaquin Almunia

Dalla Commissione Ue il via ad una nuova tornata di feedback per i concorrenti di BigG nell’ambito della procedura per il presunto abuso di posizione dominante legata i risultati di ricerca del search engine

Joaquin Almunia
Joaquin Almunia
La Commissione europea ha dato due mesi di tempo ai competitor di Google e a terze parti per inviare valutazioni in merito alla ricetta proposta dal gigante di Mountain View per scongiurare la procedura di abuso di posizione dominante che rischia di inguaiare gli affari dell’azienda nel Vecchio Continente. La vicenda è legata ai risultati di ricerca forniti da BigG, sotto la lente d’ingrandimento delle autorità continentali dal 2010 insieme ad altri servizi per i motivi plasticamente riassunti, nel gennaio scorso, dal commissario Antitrust Joaquin Almunia: “Stiamo ancora indagando, ma è mia convinzione che Google stia deviando il traffico” sui propri servizi “monetizzando questa attività grazie alla sua forte posizione sul mercato della ricerca”. Da quel momento è iniziata una serrata trattativa tra l’azienda e i vertici dell’Antitrust contintentale; nell’aprile scorso Google proponeva come soluzione un sistema di etichette che segnalasse agli utenti quali risultati di ricerca rimandassero a servizi propri di Mountain View, oltre a nuove policies in materia di gestione delle inserzioni e dei risultati riferiti ai concorrenti. A luglio, tuttavia, la nuova doccia fredda per Google arrivava ancora da Almunia, il quale giudicava “non sufficienti” le misure proposte e invitava ad un nuovo tentativo. Quello che BigG metteva in atto all’inizio di settembre e che viene ora di nuovo “inviato a giudizio”. Il ventaglio delle nuove proposte avanzate da Google va da un maggiore risalto per i loghi e le informazioni dei concorrenti ad una più facile migrazione delle campagne pubblicitarie verso altre piattaforme fino ad un più ampio controllo dei soggetti che finiscono nello “scraping” del search engine. L’azienda ha inoltre accettato la nomina di un fiduciario incaricato di monitorare il rispetto dei paletti per i prossimi cinque anni. Elena Re Garbagnati su Tom’sHardware sottolinea come i cambiamenti non riguarderanno i risultati mostrati sul dominio .com di Google, circa il 10% di quelli europei. In ogni caso, stando a quanto riferisce Reuters, la Commissione ha intenzione di chiudere la vicenda entro la prossima primavera. A Mountain View incrociano le dita sperando di evitare una sanzione che potrebbe superare i 4 miliardi di euro.

Back To Top