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Bitcoin, il maggiore sito di scambi va giù. Mentre i wallet devono difendersi da nuovi malaware

Ore di passione per la comunità immersa negli scambi di Bitcoin, la moneta elettronica più famosa e utilizzata della rete. Il sito della maggiore piattaforma di trading online, Mt. Gox, è infatti al momento irraggiungibile e nessun messaggio appare all’utente che prova a connettersi alla piattaforma. Impossibile anche ricavare informazioni dai profili social, dato che anche l’account Twitter appare inattivo tanto da non presentare alcuno storico dei cinguettii. Circostanze che non possono certo considerarsi come un fulmine a ciel sereno per il servizio con base a Tokyo. Poche ore fa il numero uno di Mt. Gox, Mark Karpeles, ha annunciato il suo addio alla Bitcoin Foundation a seguito di una petizione online che lo ha di fatto additato come uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo futuro degli scambi in moneta virtuale; da qualche settimana, inoltre, la piattaforma ha comunicato la sospensione delle operazioni di ritiro di fondi da parte dei clienti per assicurarsi che le transazioni venissero completate in modo corretto. Circostanze che hanno avuto pesanti ripercussioni sul valore dei Bitcoin scambiati sulla piattaforma, di fatto crollati a circa cento dollari rispetto ai picchi a tre zeri raggiunti solo pochi mesi fa. Stando a quanto riferisce Reuters, alcune delle maggiori società che gesticono i “wallet”, i portafogli digitali nei quali sono conservate le chiavi d’accesso ai risparmi elettronici, hanno affermato che una tale circostanza “è frutto delle azioni di una singola società e non riflette l’attuale struttura e affidabilità del mercato del Bitcoin. Come in qualsiasi mercato nato da poco – affermano Coinbase, Kraken, Bitstamp, BTC China, Blockchain e Circle – si presentano attori che devono essere marginalizzati. Ci sono centinaia di aziende che stanno costruendo il futuro dello scambio di denaro facendo del Bitcoin una valuta sicura”. Il pony che ruba i Bitcoin Intanto un nuovo pericolo si aggira tra i wallet degli utilizzatori di Bitcoin. È stato infatti scovato un malaware denominato “Pony” che tra il settembre e il gennaio scorsi avrebbe attaccato e derubato oltre 80 wallet in giro per il mondo rastrellando monete elettroniche per un valore complessivo di 220mila dillari. Non solo Bitcoin nel mirino dei criminali, ma anche altre valute come Litecoin, Primecoin e Feathercoin. Si allunga così la serie di furti di valute virtuali; nel novembre scorso furono rubati Bitcoin per un milione di dollari alla danese Bitcoin Internet Payment System, terzo furto di Bitcoin di un certo rilievo in pochissimo tempo; all’inizio del mese erano stati rubati Bitcoin per 1,2 milioni di dollari all’australiana inputs.io, mentre ancora più imponente era stato il furto ai danni della BTC Cina, un colpo da oltre 4 milioni di dollari. LEGGIBitcoin: alla scoperta della criptovaluta senza banche e definizioni giuridicheLEGGIBitcoin: Singapore li tassa, la Cina li vietaLEGGIMaxi-furto di Bitcoin: un milione di dollari sottratto all’Internet Payment SystemImmagine in home page: TheVerge.com 25 febbraio 2014  

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