Riproponiamo gli interventi dei relatori del convegno "La riforma dello Sport e le nuove competenze"…
“One stop shop” ed efficienza dell’azione di vigilanza, abstract dell’intervento della Prof.ssa Falce al convegno di giovedì
Di seguito l’abstract dell’intervento con il quale la Prof.ssa Valeria Falce parteciperà a “Governance di Internet ed efficienza delle regole: verso il nuovo regolamento europeo sulla privacy”, convegno previsto nel pomeriggio di oggi a Roma La Presidenza del Consiglio dell’Unione è tornata assai di recente a concentrarsi sul meccanismo del “One stop shop” (ad esso dedicando oltre 70 pagine), così confermando da un lato la centralità dei profili istituzionali ed organizzativi del Pacchetto Privacy e d’altro la necessità di assicurare l’efficacia e l’effettività del corpus normativo in via di approvazione a livello UE. Insomma, anche alla luce all’autorevole contributo degli Stati Membri, si ribadisce che condicio sine qua non per il funzionamento del mercato interno è l’approdo ad un quadro normativo armonizzato in cui lo stesso enforcement del diritto fondamentale della protezione dei dati personali sia conforme ai principi di convergenza, coerenza e non contraddizione nelle prassi nazionali. Il cambio di prospettiva è radicale. In forza della Direttiva del 1995 un’impresa che operava in più Stati Membri doveva confrontarsi con più Autorità di Protezione dei Dati, senza che operassero meccanismi di raccordo o coordinamento. Era quello un sistema che si giustificava e continua oggi a giustificarsi quando ci si confronta con un fenomeno “locale”. Ogni volta però che il trattamento non esaurisce i suoi effetti all’interno dei confini nazionali, quando cioè ci si confronta con comportamenti dall’impatto transfrontaliero, quell’architettura vacilla perché non regge alla prova: a) dei pilastri fondanti il diritto dell’Unione orientati alla certezza legale, alla prevedibilità delle azioni e al legittimo affidamento; b) della globalizzazione dei mercati e della sfida dell’economia dell’economia dell’informazione e della conoscenza. Ecco allora che nell’ecosistema digitale, il modello in essere svela limiti giuridici insuperabili (in termini di incertezza giuridica, frammentazione nelle procedure, disparità di trattamento e di protezione (anche in ragione di risorse non omogenee e priorità non allineate), a cui si aggiungono costi economici eccessivi. Di fronte al fallimento del modello attuale, due sono le spinte prevalenti: 1) una forza centripeta che muove verso la convergenza sostanziale delle regole e del relativo enforcement; 2) una forza centrifuga che rifiuta di rinunciare all’egemonia nazionale e diffida di un enforcement di diritti fondamentali che non sia radicato sul territorio e sulla cultura del luogo. Come conciliare queste due forze, di forza uguale e contraria? È questa la domanda a cui si intende non tanto rispondere quanto piuttosto contribuire grazie alla metrica del diritto comunitario della concorrenza: per la quale l’efficienza dell’azione di vigilanza passa attraverso 1) l’armonizzazione e la modernizzazione delle regole, 2) la concentrazione delle competenze, che ha creato, orientato e consolidato l’acquis communitaire e la cultura del diritto, 3) l’uniformazione delle prassi e solo successivamente 4) il decentramento nell’enforcement cui si accompagna una nuova centralità: il governo del sistema delle regole. 13 novembre 2014