Il 24 settembre 2024, l'Autorità per la protezione dei dati ha approvato uno schema di…
Gioco d’azzardo, la segnalazione dell’Agcom boccia il governo
(Via Corriere della Sera)
Una gran confusione. Che finisce per “danneggiare i concessionari italiani” e “favorire gli operatori illegali”. Ma soprattutto, uno stop che rischia di gravare su vari settori, dall’editoria al calcio alle tv, con ripercussioni occupazionali su tutta la filiera. Ad un anno dall’entrata in vigore del divieto di pubblicità del gioco d’azzardo previsto dal decreto Dignità, l’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) ha bocciato il blocco degli spot. I motivi in una segnalazione al governo, in cui vengono elencate “criticità interpretative e problematiche applicative”.
Tra queste prima di tutto, le ricadute del divieto per tutto il settore. Intanto, l’Autorità specifica che bisogna distinguere tra gioco legale, cui “va assicurata la conoscenza e promossa la consapevolezza”, e gioco d’azzardo, le cui attività “vanno distinte e colpite selettivamente”. Mentre lo stop “rischia di rendere più difficile distinguere tra offerta di gioco legale e illegale”. Poi auspica “una complessiva sistematizzazione del quadro normativo di riferimento che tuteli tutti gli interessi coinvolti”. Solo il settore del gioco legale impiega 300 mila persone, contribuisce a un gettito fiscale di 10 miliardi l’anno e vale l’1% del Pil. Nel 2017, sono stati spesi 100 miliardi in scommesse (l’80% poi è tornato come vincite nelle tasche degli scommettitori).
L’Agcom elenca una serie di esempi. Il calcio: lo stop delle sponsorizzazioni da parte delle società rischia di costare loro 100 milioni di euro l’anno in mancati guadagni, “con la penalizzazione nei confronti delle altre Leghe europee”, dove pubblicizzare le scommesse è permesso. Poi ci sono radio e tv: il divieto grava sugli operatori con sede in Italia, ma non sugli stranieri che trasmettono in Italia. L’Agcom ricorda quindi anche “l’impatto notevole sull’editoria che già vive una forte contrazione dei ricavi pubblicitari”. Il divieto “priva il settore di una possibile fonti di ricavi”. Non solo. Lo stop a qualsiasi tipo di pubblicità o sponsorizzazione preclude “di fatto l’accesso al mercato di nuovi operatori”.
Come intervenire? L’Autorità consiglia “un urgente intervento di riforma complessivo dell’intera materia che introduca strumenti più idonei ed efficaci per contrastare il fenomeno della ludopatia nel rispetto dell’iniziativa economica privata”.
Fonte: Corriere della Sera
Per approfondire: In vigore il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo. Quali sono i punti critici, su Diritto Mercato Tecnologia, 17/07/2019.