Edoardo Giardino è avvocato e professore associato nonché abilitato alle funzioni di professore ordinario di…
Banda ultralarga, le posizioni di Antitrust e Agcom sul caso Tim
Dopo la maxi multa da 230 milioni sul caso delle bollette a 28 giorni, l’Antitrust (Agcm) si prepara a deliberare su un altro dossier: quello della banda ultralarga. Il fascicolo si compone di diversi capitoli ed è Tim l’operatore nel mirino. La decisione dell’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli è questione di poche settimane. L’Agcom, chiamata a dare il proprio parere, ha inviato il “plico” con tutte le proprie osservazioni lo scorso 30 gennaio. Come riportato da CorCom, l’Autorità guidata da Angelo Marcello Cardani che in sostanza ritiene tutte le questioni in esame già “sanate” da precedenti provvedimenti.
L’Agcm – si legge – concorda con l’Agcom in merito alle potenziali criticità anticoncorrenziali dell’offerta Easy Fiber proposta da Tim nel corso del 2017. Ma la questione sarebbe già stata “chiusa” a seguito dell’intervento ex ante dell’Autorità: dopo le opportune valutazioni (delibera n. 87/18/CIR) la proposta non è stata approvata e dunque non è mai entrata in operatività. Agcom puntualizza che, “nelle more del rigetto dell’offerta da parte dell’Autorità, Tim aveva sottoscritto pochi contratti Easy Fiber con operatori di ridotte dimensioni e per poche migliaia di linee”, contratti annullati a seguito dell’adozione della delibera. In conclusione, sia in merito repricing dei servizi Vula sia relativamente all’offerta Easy fiber, “l’intervento dell’Autorità può aver già contribuito a impedire o limitare i conseguenti effetti concorrenziali ex post”.
Su entrambe le questioni all’esame dell’Antitrust, Agcom segnala di essere già intervenuta per rimuovere il rischio di effetti anticoncorrenziali sui mercati interessati. E in particolare sul meccanismo del lock-in sono due le delibere del 2018: la 348/18/CONS che riguarda le misure attuative nell’ambito del regolamento Ue 2015/2120 sull’accesso a un’Internet aperta, con specifico riferimento al cosiddetto “modem libero; e la 487/18/CONS nell’ambito delle “Linee Guida sulle modalità di dismissione e trasferimento dell’utenza nei Contratti per adesione”.
A seguito dell’applicazione della seconda delibera Tim ha dovuto modificare le proprie politiche di recesso rivedendo i meccanismi contrattuali applicati negli anni 2016, 2017 e 2018.