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Cartello nel mercato delle obbligazioni SSA: confermate le multe per Crédit Agricole e Credit Suisse dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea

Il Tribunale dell’Unione Europea ha confermato la decisione della Commissione Europea del 2021 in merito a un’infrazione delle regole di concorrenza nel settore delle obbligazioni suprasovrane, sovrane e delle agenzie pubbliche denominate in dollari statunitensi (SSA Bonds). Le banche coinvolte sono Crédit Agricole e Credit Suisse (oggi UBS Group).

Nel 2018, la Commissione Europea aveva avviato un’indagine contro Deutsche Bank, Bank of America, Crédit Agricole e Credit Suisse, accusando questi istituti di pratiche anticoncorrenziali nel mercato secondario delle obbligazioni SSA. La Commissione ha stabilito che i trader di queste banche avevano scambiato informazioni sensibili e coordinato le loro strategie di prezzo e di trading. Questi scambi avvenivano tramite chat room online e altri mezzi di comunicazione elettronica tra il 19 gennaio 2010 e il 24 marzo 2015.

La Commissione ha concluso che le banche hanno partecipato a un’infrazione unica e continuativa nell’intero Spazio Economico Europeo (SEE), mirata a restringere o distorcere la concorrenza nel settore delle obbligazioni SSA. Di conseguenza, ha imposto sanzioni per un totale di 28,4 milioni di euro: 12,6 milioni a Bank of America, 11,9 milioni a Credit Suisse e 3,9 milioni a Crédit Agricole. Deutsche Bank ha invece ottenuto l’immunità grazie alla sua collaborazione durante le indagini.

Crédit Agricole e Credit Suisse hanno presentato ricorso per l’annullamento della decisione, contestando sia la valutazione della Commissione sulla loro partecipazione all’accordo anticoncorrenziale sia il calcolo delle loro multe. Crédit Agricole ha anche chiesto una riduzione della propria sanzione.

Il Tribunale ha respinto integralmente il ricorso di Credit Suisse. Ha annullato parzialmente la decisione in merito a Crédit Agricole, limitatamente al periodo della sua partecipazione: la Commissione aveva erroneamente indicato una data di inizio al 10 gennaio 2013, mentre era effettivamente l’11 gennaio 2013. Tuttavia, tale rettifica non ha influenzato l’importo della multa, che resta di 3.993.000 euro.

Il Tribunale ha confermato che le azioni dei trader rientravano in un piano complessivo volto a un unico obiettivo anticoncorrenziale, nonostante le interazioni tra i trader siano diventate meno frequenti dopo febbraio 2013. Anche in quel periodo, infatti, gli scambi di informazioni sulle attività di trading sono proseguiti in modo regolare.

La sentenza ha inoltre ribadito che la Commissione non ha commesso errori nel giudicare l’intento anticoncorrenziale del comportamento delle banche, senza dover dimostrare il suo impatto concreto sulla concorrenza. Infine, il Tribunale ha avallato la metodologia della Commissione per il calcolo delle multe, basata su un valore approssimato del volume di scambi di obbligazioni SSA, anziché sul fatturato, con aggiustamenti derivati dai margini di profitto tra prezzo di acquisto e di vendita.

 

 

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