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Cartello nelle consegne online: multa da 329 milioni a Delivery Hero e Glovo per pratiche anticoncorrenziali nell’UE

La Commissione europea ha inflitto una sanzione complessiva di 329 milioni di euro a Delivery Hero e Glovo, due delle principali piattaforme attive nel settore della consegna di cibo online, per aver partecipato a un cartello che ha limitato la concorrenza nel mercato dello Spazio economico europeo (SEE). Le due società sono state ritenute responsabili di accordi di non assunzione reciproca, scambio di informazioni commercialmente sensibili e ripartizione geografica dei mercati.
Secondo l’indagine condotta dalla Commissione, il comportamento illecito si è protratto dal luglio 2018 al luglio 2022, periodo in cui Delivery Hero ha progressivamente aumentato la propria partecipazione azionaria in Glovo fino a raggiungere il controllo esclusivo. Durante questa fase, le due aziende hanno gradualmente attenuato la concorrenza tra loro, sostituendola con forme coordinate di collaborazione anticoncorrenziale.
Tra le pratiche accertate figurano il divieto reciproco di assunzione del personale (no-poach agreements), lo scambio sistematico di informazioni strategiche riguardanti prezzi, capacità, costi e mercati, nonché l’accordo per non entrare nei rispettivi mercati nazionali e non sovrapporre le aree geografiche di attività. Tali condotte hanno avuto effetti negativi sia sul versante della libera concorrenza, sia su quello della mobilità lavorativa, limitando le opportunità per i dipendenti e riducendo gli incentivi a innovare.
Le sanzioni, calcolate secondo le linee guida del 2006 della Commissione sulle ammende, tengono conto della gravità e della durata dell’infrazione, nonché della sua evoluzione nel tempo. Delivery Hero dovrà versare 223,3 milioni di euro, mentre Glovo 105,7 milioni. Entrambe le imprese hanno riconosciuto la propria responsabilità e hanno accettato di concludere il procedimento attraverso la procedura di transazione, beneficiando così di una riduzione del 10% delle sanzioni.
Si tratta della prima decisione della Commissione in cui viene sanzionato un cartello nel mercato del lavoro e, inoltre, del primo caso in cui viene riconosciuto l’uso anticoncorrenziale di una partecipazione minoritaria in un’impresa concorrente. Come sottolineato dalla vicepresidente esecutiva Teresa Ribera, questo caso rappresenta un precedente significativo: «È la prima volta che la Commissione sanziona un accordo di non assunzione, in cui le aziende rinunciano a competere per i migliori talenti, limitando le opportunità dei lavoratori».
L’azione rientra negli sforzi della Commissione per promuovere un mercato digitale equo e dinamico, nel quale la concorrenza sia fondata sulla libertà di scelta, prezzi equi per i consumatori e parità di accesso per i lavoratori. Informazioni dettagliate saranno rese disponibili sul registro pubblico dei casi della Commissione alla voce AT.40795, non appena concluse le procedure di riservatezza.
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