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Controversia tariffaria UE-USA: la Commissione non ha violato i diritti della Zippo secondo l’Avvocata generale Ćapeta

Nella causa C-359/24 relativa alla controversia tariffaria tra Unione europea e Stati Uniti, l’Avvocata generale della Corte di giustizia dell’Unione europea, Tamara Ćapeta, ha concluso che la Commissione europea non ha violato il diritto di essere ascoltati dei produttori dell’accendino Zippo. Il caso ha origine dalla decisione dell’UE di imporre dazi doganali aggiuntivi del 20% su alcune categorie di prodotti statunitensi, tra cui quella degli “altri accendini e accenditori”, come contromisura ai dazi introdotti dagli Stati Uniti durante l’amministrazione Trump su acciaio e alluminio europei.
I produttori e importatori del celebre accendino americano hanno impugnato il regolamento europeo sostenendo che, in base all’articolo 41 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, avrebbero avuto diritto a essere consultati dalla Commissione prima dell’adozione della misura. Il Tribunale dell’UE aveva dato loro ragione, annullando il regolamento per violazione del diritto di difesa. Tuttavia, l’Avvocata generale Ćapeta ha proposto alla Corte di giustizia di annullare tale sentenza, affermando che il diritto di essere ascoltati si applica esclusivamente nei procedimenti amministrativi che sfociano in decisioni individuali, non in quelli che portano all’adozione di atti normativi generali, come nel caso delle misure di riequilibrio tariffario.
Secondo Ćapeta, è irrilevante che una singola azienda possa essere particolarmente colpita da una norma generale. Inoltre, la Commissione avrebbe garantito adeguate possibilità di partecipazione attraverso una procedura pubblica di raccolta di informazioni, resa accessibile anche alla Zippo tramite il sito web della Direzione Generale Commercio. Il mancato coinvolgimento dell’azienda non può quindi essere imputato a una violazione procedurale da parte delle istituzioni europee. L’Avvocata generale ha inoltre sottolineato che, anche qualora si ammettesse l’esistenza di un diritto generale di essere ascoltati al di fuori dell’ambito della Carta, tale diritto sarebbe stato comunque rispettato nella pratica.
Sarà ora la Corte di giustizia a pronunciarsi, decidendo se accogliere o meno le conclusioni dell’Avvocata generale. Una sua eventuale adesione al parere segnerebbe un punto fermo sulla distinzione tra diritti procedurali individuali e atti normativi di portata generale, con potenziali riflessi significativi su futuri contenziosi in materia commerciale.
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