La Prof.ssa Virginia Zambrano è PhD in Diritto Civile presso l'Università di Napoli, attualmente è docente…
Derivati sui tassi di interesse in euro: la Corte di Giustizia dell’Unione Europea conferma la multa da 31,7 milioni di euro contro HSBC
La Corte Generale dell’Unione Europea ha confermato la decisione emendata della Commissione Europea, mantenendo la multa rivista di 31,739 milioni di euro.
La vicenda trae origine dalla decisione della Commissione del 7 dicembre 2016, con la quale era stato accertato che Crédit Agricole, HSBC e JPMorgan Chase avevano partecipato a una violazione unica e continuativa nel settore dei derivati sui tassi di interesse in euro (EIRD), restrittiva della concorrenza. In tale contesto, HSBC era stata inizialmente multata per 33,606 milioni di euro.
Nel settembre 2019, la Corte Generale aveva in parte confermato la violazione commessa da HSBC, ma aveva annullato la multa a causa di una motivazione giudicata insufficiente. Questa sentenza aveva portato sia la Commissione che HSBC a ricorrere in appello. Nel frattempo, nel giugno 2021, la Commissione aveva adottato una nuova decisione per sanare le carenze individuate, fissando la multa a 31,739 milioni di euro. Successivamente, la Commissione aveva ritirato il proprio appello contro la sentenza del 2019.
Parallelamente, HSBC aveva presentato un’ulteriore azione legale contro la decisione del 2021, chiedendone l’annullamento o, in subordine, una riduzione della sanzione. Questo nuovo procedimento era stato sospeso in attesa della decisione della Corte di Giustizia sul ricorso di HSBC contro la sentenza del 2019. Nel gennaio 2023, la Corte di Giustizia aveva respinto l’azione di HSBC, confermando comunque l’annullamento della multa originaria, giustificando così la necessità della nuova decisione del 2021.
Con il giudizio odierno, la Corte Generale ha respinto tutte le argomentazioni di HSBC contro la decisione del 2021. Tra le principali contestazioni rigettate, spicca quella relativa alla presunta scadenza del termine entro il quale la Commissione poteva imporre la sanzione. La Corte ha chiarito che il ricorso in appello della Commissione aveva sospeso il termine di prescrizione fino alla conclusione del procedimento davanti alla Corte di Giustizia. Inoltre, l’avvio delle procedure per adottare una nuova decisione non era interpretabile come un’acquiescenza formale della Commissione alla sentenza del 2019.
La Corte ha confermato che il nuovo importo della multa è giustificato e proporzionato, respingendo anche la richiesta di HSBC di una riduzione dell’ammontare.
La decisione odierna riafferma la validità delle procedure adottate dalla Commissione per affrontare violazioni della normativa sulla concorrenza. Il caso sottolinea l’importanza di garantire che le sanzioni siano adeguatamente motivate e legalmente fondate, rafforzando al contempo il ruolo della Corte di Giustizia come arbitro finale nelle dispute tra autorità regolatorie e imprese.
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