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Digitali e Responsabili”, cinque incontri nelle università italiane, da Milano a Palermo, per promuovere un utilizzo responsabile del web

Come tenere i propri dati protetti e al sicuro online? Come tutelare e valorizzare la propria creatività sul web? Questi alcuni dei temi al centro di “Digitali e Responsabili”, la nuova iniziativa presentata da Google con il patrocinio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e del Garante per la Protezione dei dati personali, e con la partecipazione di Polizia Postale e Altroconsumo.
Il progetto, attraverso cinque tappe in alcune delle principali università italiane, punta a promuovere un dibattito informato sull’importanza di utilizzo responsabile del web, diffondere la consapevolezza sugli strumenti oggi disponibili per la tutela dei propri diritti on line, in particolare di quelli che Google mette a disposizione degli utenti con riferimento alla tutela della privacy e della sicurezza dei propri dati (Account personale) e del diritto d’autore (Content ID), ma anche raccontare casi di successo e best practice di come questi strumenti vengono utilizzati.
Il progetto è stato presentato oggi a Roma alla presenza di Angelo Cardani, Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Antonello Soro, Presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali, Antonello Giacomelli, Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni, Andrea Stazi, Public Policy manager di Google, Guido Scorza, Responsabile Relazioni Affari Regolamentari Nazionali ed Europei Team Digitale del Governo, Roberto Viola, Direttore generale DG Connect della Commissione Europea, Roberto Sgalla, Direttore Centrale Specialità Polizia di Stato, Alberto Pirrone, Manager Centro di Competenza Prodotti e Servizi di Altroconsumo, Alberto Gambino, Presidente Accademia Italiana del Codice di Internet, Alice Venturi (AlicelikeAudrey), content creator di YouTube, moderati da Gildo Campesato, Direttore Responsabile CorCom, media partner dell’iniziativa.
Da Roma a Milano passando per Napoli, Palermo e Firenze, i diversi convegni approfondiranno di volta in volta temi diversi, dalle opportunità e responsabilità per il cittadino digitale agli scenari per la valorizzazione e tutela del patrimonio informativo-culturale, dai modelli per innovazione, creatività e crescita responsabile all’educazione del cittadino digitale e alla navigazione sicura in rete, con interlocutori che spaziano dal mondo delle istituzioni a quello accademico, dal terzo settore al mondo politico.
Il principale tema affrontato nei diversi appuntamenti riguarderà la sensibilizzazione all’importanza dell’educazione all’uso responsabile del digitale. Particolare spazio sarà dato all’utilizzo degli strumenti tecnologici oggi disponibili per la creatività e la tutela dei dati personali online.
Da diversi anni ormai infatti Google è partner di diverse iniziative sul binomio digitalizzazione e responsabilità:
- “Una Vita da Social” campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e con il Patrocinio dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, sui temi dei social network, del cyberbullismo, dell’adescamento online e sull’importanza della sicurezza e della privacy.
- “Vivi Internet al Sicuro”: campagna avviata nel 2015 e nel 2016 in collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni, Altroconsumo e l’Accademia italiana del Codice di internet (Iaic) e con la partecipazione del Garante privacy , allo scopo di sensibilizzare i cittadini sugli strumenti di tutela della privacy e della sicurezza e formare su questi temi i professionisti di domani.
Angelo Marcello Cardani, Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni:
“Per governare un fenomeno travolgente e innovativo come la rivoluzione digitale Agcom è orientata a preferire una strategia regolatoria fondata sulla gradualità degli interventi, sulla moral suasion e la light-touch regulation. E’ a partire da queste premesse che il regolatore guarda con interesse e favore a progetti come quello promosso da Google. Al tempo stesso – tanto più in uno scenario ancora ampiamente delegificato – nel mentre plaudiamo a tutte le pregevoli iniziative dei soggetti che operano sul mercato, teniamo a sottolineare l’importanza che queste iniziative, la loro efficacia, la loro neutralità, la loro natura di servizio al cittadino, siano soggette anche a un vaglio istituzionale. E’ questo il ruolo che Agcom intende svolgere su tali temi”.
Antonello Soro, Presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali:
“Nello scenario digitale dobbiamo coltivare l’ambizione di essere partecipi della piazza globale e, insieme, orgogliosi difensori dei nostri diritti. Della protezione dati in primo luogo, che è il nuovo nome della libertà. Dunque, digitali e responsabili non può e non deve rappresentare un ossimoro. Se l’essere digitali è l’espressione più significativa oggi della libertà, il suo necessario presupposto è la responsabilità nella conduzione delle nostre vite online, le quali appunto, in assenza di cautele, rischiano di risolversi in un film scritto da altri. E la prima condizione per la responsabilità nel digitale è la consapevolezza di muoverci in uno spazio condizionato fortemente dalle scelte e dall’uso che dei nostri dati fanno gli attori a vario titolo coinvolti nella filiera delle comunicazioni elettroniche, dell’internet of things, della gestione dei big data. Ma nella complessa opera di garanzia della “digitalità responsabile” non possono non ritenersi coinvolte anche le imprese del digitale”.
Andrea Stazi, Public Policy Manager di Google in Italia:
“Secondo i dati del Consumer Barometer negli ultimi cinque anni il numero di italiani che accede al web, ogni giorno, è cresciuto del 15%, soprattutto da smartphone e dispositivi mobili, e in media gli italiani hanno a disposizione più di 2 dispositivi connessi[1]. E’ dunque sempre più importante educare utenti di ogni età ad un uso responsabile del web. Per questo da anni siamo impegnati in attività di divulgazione ed educazione insieme a istituzioni, associazioni e partner locali affinché le persone siano consapevoli degli strumenti che sono oggi disponibili per la tutela e la valorizzazione dei propri diritti on line, in particolare, riguardo a quelli messi a disposizione da Google, da Account personale per avere sempre un controllo sui dati quando utilizzano servizi di Google, a Content ID, che permette ai creatori di contenuto di tutelare e trarre profitto dalle proprie opere su YouTube. Con Digitali e Responsabili, dunque, insieme a esponenti delle istituzioni, delle associazioni, accademici e creatori di contenuti su YouTube promuoviamo il dibattito su questi temi in diverse tappe nelle università italiane. L’educazione civica digitale è una responsabilità condivisa di tutti noi, soggetti pubblici e privati, e un percorso necessario per una società migliore, dentro e fuori la rete”.
La cittadinanza è un concetto giuridico che in sé contempla elementi che il diritto romano individuava nella communio utilitatis e di appartenenza alla res publica che include il consensus iuris: ciò comporta l’accettazione di un complesso di valori e di principi, di diritti e doveri che tracciano le successive direttive di sviluppo.
A parere di Gambino, al centro della riflessione va collocato il tema educazione rappresentato non solo da competenze e abilità di natura tecnica, ma da complesso valori e principi che si radica nell’ethos di un popolo, nella cultura, nei gruppi sociali, negli stili di vita.
Come in passato anche oggi le nuove identità digitali richiedono un lungo percorso che necessariamente deve coinvolgere attori diversi, governi alle aziende, dai pubblici poteri alla società civile.
Gambino plaude dunque alla iniziativa di Google che ci porta a riflettere sulla cittadinanza digitale includendo proprio una molteplicità di soggetti anche quelli di carattere cultura. Gambino ha anche sottolineato l’importanza di digitalizzare l’immenso patrimonio culturale italiano che fa dell’Italia un unicum nel mondo.
Roberto Viola, Direttore Generale DG Connect della Comissione europea nel video-intervento all’evento “Digitali e Responsabili”
“Pensiamo al recupero di efficienza e ai risparmi che la digitalizzazione porta al settore della medicina, alla promessa di strade più sicure e al decongestionamento del traffico grazie alle automobili autonome e connesse, alla possiblità di raggiungere chiunque con l’istruzione e gli strumenti della democrazia: il mondo online offre molteplici opportunità e la cittadinanza digitale si sta già creando, ma non possiamo dire che sia un processo concluso”
Guido Scorza, Responsabile Relazioni Affari Regolamentari Nazionali ed Europei Team Digitale del Governo
La guerra all’analfabetismo digitale va condotta nelle scuole e nelle famiglie. Google sta svolgendo un ruolo di supplenza in questo campo, ma non è giusto che il compito sia attribuito ai privati che peraltro che agiscono secondo logiche di business. È pericoloso. Come è pericoloso che alcuni governi facciano di tutto per addossare su di loro compiti di arbitraggio tra contenuto lecito e illecito sulla rete.
Servirebbe piuttosto che si occupassero di questi aspetti le autorità amministrative indipendenti, anche con investimenti ad hoc, da utilizzare non tanto per fare enforcement quanto per promuovere codici di autoregolamentazione della Rete.
C’è bisogno infatti una campagna neutrale per l’insegnamento del corretto utilizzo di Internet.
Roberto Sgalla, Direttore centrale Specialità della Polizia di Stato
ln Parlamento nella prossima legislatura deve impegnarsi a scrivere un codice penale digitale che metta insieme una serie di fattispecie di reati, tra cui il già individuato cyberbullismo, ci sono già delle norme come ad esempio la procedura di ammonimento da parte del Questore per i bulli. Ma occorre creare un codice penale digitale organico, definire sanzioni e responsabilità per il corretto utilizzo della Rete è fondamentale.
Alberto Pirrone, manager Centro di competenza prodotti e servizi, Altroconsumo
“Le grandi aziende di oggi si chiamano Google, Facebook, Amazon, Uber e sono organizzazioni che hanno miliardi di utenti e il cui valore è rappresentato dalle persone e da quello che le persone fanno o dicono. Persone che devono essere poste al centro del dibattito sui diritti e i doveri del mondo digitale”.
Alice Venturi, 36 milioni di visualizzazioni su YouTube
“Aperto un canale su Youtube, esprimevo me stessa esprimere e condividevo i miei tutorial sul trucco, senza alcuna ambizione economica. Le aziende hanno cominciato a cercarmi e da lì sono nate le prime collaborazioni. Poi la passione si è trasformata per caso in opportunità di business. C’è ancora molto da fare sulla sicurezza e la responsabilità nell’utilizzo dei mezzi digitali”
Account personale fornisce accesso immediato alle impostazioni e agli strumenti che possono aiutare le persone a proteggere i propri dati e la propria privacy e a decidere quali informazioni fornire a Google per rendere i suoi servizi ancora più utili. Il sito fornisce inoltre maggiori informazioni per aiutare a comprendere meglio le alternative disponibili e guidare gli utenti verso quella che è la scelta giusta per loro attraverso semplici controlli di privacy e di sicurezza. Per maggiori informazioni e per effettuare un controllo della privacy e della sicurezza del proprio account Google è possibile visitare il sito myaccount.google.com
Content ID
Content ID, uno strumento in grado di offrire una soluzione sofisticata per la tutela del copyright su YouTube. Con la tecnologia di identificazione del contenuto di YouTube, ciascun content creator può rivendicare la proprietà dei propri contenuti e di conseguenza decidere come gestire questi contenuti decidendo di monetizzarli attraverso la pubblicità, bloccarli affinché non compaiano sulla piattaforma o semplicemente monitorare l’uso dei contenuti fatto da parte di utenti terzi.
[1] Dati Consumer Barometer: https://www.consumerbarometer.com/en/trending/?countryCode=IT&category=TRN-NOFILTER-ALL