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“Digitali e responsabili”, le tappe di Napoli e Palermo

Cyberbullismo, violazione dei dati personali e del copyright, consapevolezza e responsabilità online sono solo alcuni delle principali questioni dibattute attorno al Web. Se la Rete da un lato rappresenta un’ opportunità di crescita, dall’altro si configura, come un luogo dove le regole a tutela dei diritti sono spesso labili. Per fare il punto sullo stato dell’arte, ma soprattutto discutere le possibili, migliori soluzioni Google ha lanciato l’iniziativa “Digitali e Responsabili”, con il patrocinio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e del Garante per la Protezione dei dati personali e la partecipazione di Polizia Postale e Altroconsumo che prevede cinque tappe in giro per la Penisola (dopo Roma, Palermo e Napoli anche Milano e Firenze).

Nei giorni scorsi, al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli hanno partecipato alla conferenza, inserita tra le attività formative, gli studenti di legge interessati alle declinazioni di privacy e diritto d’autore sulle piattaforme digitali. Carolina Perlingieri,  Ordinario di Diritto privato, ha sottolineato: “Internet è una grande conquista per tutti, ma non possiamo ignorare che oggi il suo utilizzo comporta rischi direttamente proporzionali all’entità di questa conquista. Ci sono interessi patrimoniali da proteggere, ma bisogna anche tutelare il valore della persona umana”.

Per il Prof. Andrea Stazi, Public Policy & Gov’t Relations Manager di Google la collaborazione tra pubblico e privato in questo scenario è imprescindibile. “Google è allo stesso tempo artefice e beneficiario del sistema che si è venuto a creare e condivide con tutti gli altri soggetti che hanno un ruolo nella Rete una missione importante: nello specifico, chi come noi ha iniziato questo percorso ai suoi albori ha a maggior ragione la responsabilità di illustrare le best practice dell’utilizzo dei dati nel rispetto delle regole. I dati non sono il nuovo petrolio”, ha aggiunto Stazi, “non parliamo di una corsa all’oro. I dati hanno sì un enorme valore ma oggi non rappresentano una risorsa scarsa, sono un bene di tutti e costituiscono un fattore chiave per l’innovazione disponibile a chiunque sappia estrarre informazioni utili a creare nuovi prodotti e servizi per i propri utenti”.

Stazi ha ricordato che non si tratta di un fenomeno limitato al Web: le aziende di tutti i settori e di tutte le dimensioni, pubbliche e private, impiegano tali informazioni come risorsa fondamentale nella propria strategia di crescita. 

“La data protection innovata dal GDPR, che sarà applicato a partire dal 25 maggio 2018, afferma un concetto di privacy più ampio di quello a cui siamo abituati: i cittadini hanno il diritto di sapere non solo in che modo verranno trattati i loro dati, ma anche la possibilità di decidere e controllare la rappresentazione di se stessi sul web a partire dalle informazioni fornite”, ha precisato Emiliano Germani, componente della’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, mentre l’onorevole Gennaro Migliore ha affermato: “Bisogna adeguare la normativa accelerando i processi di conoscenza e sfuggendo alla tentazione di creare regole che valgano per sempre”, e ha proposto un approccio ‘soft law’ che armonizzi i regolamenti comunitari con la giurisprudenza nazionale attraverso accordi e contrattazioni, anche con gli operatori del settore, che definiscano un bouquet di regole costantemente aggiornabili.

Ferdinando Tozzi, Presidente della neonata Campania Music Commission e giurista esperto di diritto d’autore:“Rispetto al diritto d’autore siamo ben consapevoli che la continua trasformazione tecnologica comporterà sempre nuove sfide, quindi occorre un approccio che tenga innanzitutto conto del fatto che si è passati dal concetto di possesso a quello di accesso alle opere di ingegno. 

Il presidente Angelo Cardani ha inviato un messaggio: “Nel mese della sicurezza informatica, il convegno di oggi costituisce una preziosa occasione per interrogarsi su come far crescere l’alfabetizzazione e la formazione digitale tra i cittadini, nonché la consapevolezza dei diritti da esercitare anche sulla rete e la corretta percezione dei rischi connessi all’utilizzo inappropriato delle tecnologie. Si tratta di temi che stanno particolarmente a cuore all’Agcom. L’Autorità intende, con le altre istituzioni e le imprese coinvolte, incentivare un utilizzo sempre più consapevole, sicuro e positivo di Internet anche attraverso la diffusione della cultura della legalità nella fruizione di opere digitali”.

La tappa di Napoli ha fatto seguito a quella di Palermo dove tra gli altri hanno partecipato Giuseppe Busia, Segretario Generale del Garante Privacy, il quale ha ricordato: “Dobbiamo essere i soggetti che decidono, che sono informati, che scelgono a chi dare i dati e per quale finalità. Ciascuno di noi deve sapere che sta pagando con le proprie informazioni personali servizi che solo in apparenza sono gratuiti. Questa cultura va diffusa a partire dalle scuole e per fortuna si stanno muovendo in questa direzione diverse iniziative”. Una corretta condotta online non serve solo a tutelare la propria privacy, ma anche a preservare i meccanismi della concorrenza e il valore degli investimenti degli operatori attivi sulle piattaforme digitali.

“Proprio ieri c’è stata una riunione del consiglio su un caso di pirateria nell’ambito dell’Iptv”, ha raccontato Riccardo Capecchi, Segretario Generale Agcom: “Spesso, grazie all’uso sapiente degli strumenti di pagamento, alcuni soggetti riescono ad aggregare servizi di cui in effetti sono titolari altre aziende, come Sky, Mediaset Premium, Netflix, che ricevono un danno commerciale rilevante da chi offre a cifre irrisorie la stessa offerta di intrattenimento. Finché non si percepisce che questa pratica è illegale, un atto di pirateria industriale, gli utenti del Web continueranno a cercare i fornitori di tali servizi, e di conseguenza i ranking creati dagli algoritmi automatici rischieranno di ammantarli ulteriormente di questa patina di simil-legalità. Il tema dell’educazione è dunque centrale”, ha concluso Capecchi, “e va sviluppato insieme a chi come Google e gli altri Ott costituisce di fatto un’infrastruttura della rete, o per meglio dire ne è portale”.

Giovanni Calabrò, dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, ha precisato che siamo di fronte ad “un nuovo scenario che cambia la definizione stessa di mercato in un contesto in cui non ci sono ancora regole. Come affronteremo le nuove sfide sul fronte della concorrenza? Credo che l’autoregolamentazione, che anche a livello internazionale sta mettendo alla prova molti dei nuovi strumenti, sia una delle possibili risposte”.

 

 

 

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