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Diritto della concorrenza e accordi di distribuzione: la tutela dell’esclusiva territoriale secondo il diritto dell’UE

Gli accordi di distribuzione esclusiva, comuni nelle relazioni commerciali internazionali, rappresentano un equilibrio delicato tra il diritto di un distributore esclusivo di beneficiare della sua posizione e la necessità di evitare restrizioni illegittime alla concorrenza. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha recentemente affrontato una questione fondamentale in materia, in un caso che ha coinvolto il distributore esclusivo belga Beevers Kaas, il produttore olandese Cono e le catene di supermercati Albert Heijn e Delhaize.

Dal 1993, Beevers Kaas è distributore esclusivo del formaggio Beemster in Belgio e Lussemburgo, in virtù di un accordo con il produttore olandese Cono. Tuttavia, Beevers Kaas ha accusato le aziende del gruppo Albert Heijn di violare i diritti di esclusiva attraverso attività che, direttamente o indirettamente, minano l’accordo territoriale. Da parte loro, Albert Heijn ha sostenuto che le accuse rappresentano un tentativo di imporre un divieto di vendite attive, vietato dal diritto dell’UE.

Le “vendite attive” comprendono pratiche come pubblicità mirata, marketing diretto e visite a clienti situati in territori esclusivi, mentre le “vendite passive” – ad esempio rispondere a richieste spontanee da clienti esterni al territorio – sono consentite.

Il regolamento UE n. 330/2010 disciplina le esenzioni agli accordi di distribuzione verticale che, altrimenti, sarebbero vietati dall’Articolo 101(1) del Trattato sul Funzionamento dell’UE (TFUE). In particolare, l’Articolo 4(b)(i) del regolamento vieta restrizioni delle vendite attive da parte di distributori o acquirenti al di fuori dei limiti consentiti. Tuttavia, per godere di tale esenzione, il fornitore deve garantire che il distributore esclusivo sia protetto da vendite attive da parte di altri acquirenti del fornitore stesso.

L’Avvocato Generale Medina ha chiarito che l’Articolo 4(b)(i) include un requisito di “imposizione parallela”, secondo il quale il fornitore deve assicurarsi che tutti gli altri acquirenti accettino – in modo esplicito o tacito – il divieto di vendite attive nel territorio esclusivo.

Tuttavia, la mera assenza di vendite attive da parte di altri acquirenti non è sufficiente a soddisfare tale condizione. È necessario dimostrare che questi abbiano volontariamente accettato il divieto, attraverso azioni o inazioni che evidenzino un’”acquiescenza”.

Il tribunale belga ha chiesto inoltre se l’acquiescenza degli altri acquirenti debba essere dimostrata fin dall’inizio del periodo di esclusiva o solo quando emergono intenzioni di vendite attive. Secondo l’Avvocato Generale, l’acquiescenza deve essere dimostrata durante l’intero periodo per cui il fornitore intende beneficiare dell’esenzione regolamentare.

Questo caso offre indicazioni cruciali per imprese e distributori:

  1. I fornitori che desiderano avvalersi delle esenzioni del regolamento UE devono assicurarsi che tutti gli acquirenti accettino il divieto di vendite attive, anche solo tacitamente.
  2. Gli accordi di distribuzione esclusiva devono incoraggiare reali investimenti del distributore nel territorio assegnato.
  3. Le aziende devono documentare chiaramente le modalità di applicazione del divieto, evitando il rischio di sanzioni per restrizioni non conformi.

La decisione della CGUE sarà determinante per chiarire ulteriormente l’applicazione del diritto della concorrenza agli accordi di distribuzione esclusiva. Nel frattempo, il caso Beevers Kaas evidenzia l’importanza di strutturare tali accordi in modo conforme alle normative dell’UE, bilanciando protezione territoriale e promozione di una concorrenza leale.

 

 

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