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Disordini della coscienza: ricerca e nuovi approcci terapeutici. Il Convegno a Milano

Quali sono le innovazioni nella diagnosi dei disordini della coscienza? Quali i nuovi trattamenti? Come possono le nuove frontiere della tecnologia, la robotica, la telemedicina, rinnovare le cure e la qualità di vita dei pazienti? Tanti gli interrogativi etici che si intrecciano nella riflessione.
Di questi temi, centrali nella ricerca neuroscientifica e nella clinica neurologica, si è discusso a Milano presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, all’International meeting on disorders of consciousness: research, innovation and new therapeutic approaches, organizzato dal Centro Ricerche sul Coma della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, nell’ambito delle iniziative per il centenario dell’istituto.
La ricerca sui disordini della coscienza è oggi un tema centrale delle neuroscienze e in Italia è supportata da numerosi centri e società scientifiche che se ne occupano attivamente per migliorare la cura dei pazienti.
Sono però necessari investimenti e nuovi ragionamenti che permettano di studiare meglio uno dei problemi ancora irrisolti e affascinanti delle neuroscienze, che è lo studio della coscienza e di come questa possa essere generata dal cervello.
Come la coscienza deriva da e si correla al cervello è da secoli un tema che ha coinvolto ed affascinato pensatori di molte discipline. È considerato uno dei principali problemi irrisolti della scienza e ha implicazioni di carattere teorico, clinico, etico e tecnologico.
Il Prof. Alberto Gambino, giurista, Pro Rettore dell’Università Europea di Roma e Direttore Scientifico di Diritto Mercato Tecnologia, il bioeticista Maurizio Mori dell’Università di Torino hanno discusso, tra gli altri, dei diversi quesiti di etica e delle molte questioni di giustizia che oggi, anche alla luce della recente legge sulle DAT, meritano un approfondimento per l’impatto che hanno sulla ricerca e la cura dei pazienti con disordini della coscienza.
La neurologa Matilde Leonardi, direttore del Centro Ricerche sul Coma del Besta e organizzatrice del convegno, assieme al neuropsicologo Davide Sattin, ha affermato: “Dopo decine di studi epidemiologici e clinici fatti sia dal nostro centro che da molti centri italiani, io credo di poter affermare che esiste una ‘via italiana’ allo studio dei disordini della coscienza, che beneficia dell’interazione continua e proficua con colleghi di tutto il mondo, ma che presenta caratteristiche legate a elementi scientifici, politici, economici e culturali propri”.
L’evento è stato realizzato in collaborazione con Sin, Simfer, Sinc, Sirn, Ats Citta Metropolitana, Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica, associazioni dei familiari La Rete, Fnatc, Agca.