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​Fbi potrà tenere per sé i dettagli sull’iPhone di San Bernardino

L’Fbi non sarà costretta a rivelare i dettagli dello sblocco dell’iPhone di Syed Rizwan Farook, uno dei due responsabili nel 2015 della strage di San Bernardino. Il caso aveva scatenato mesi di ostilità legali tra Apple e il governo degli Stati Uniti.

Vice News, Usa Today e Associated Press avevano presentato la richiesta – respinta da un giudice – di conoscere il nome del fornitore dello strumento di hacking utilizzato dal Bureau ed il suo prezzo, appellandosi alla libertà d’informazione. 

Il Dipartimento di Giustizia avviò a suo tempo un’azione legale contro Apple, che si era rifiutata di sbloccare il telefono sostenendo che la crittografia del dispositivo non poteva essere ‘sconfitta’ nemmeno dall’azienda stessa. L’Fbi chiese anche a Cupertino di creare un sistema con cui bypassare la protezione degli iPhone (una backdoor) ma la società si rifiutò dicendosi determinata a difendere la privacy e la sicurezza degli utenti.

Successivamente il Bureau ottenne pagando un hacking tool – i cui dettagli l’agenzia vuole ora mantenere segreti- che ha permesso agli agenti federali di accedere ai contenuti del telefono.

Nella sua sentenza, il giudice federale Tanya Chutkan ha affermato che esporre il nome della compagnia potrebbe esporre la società al rischio di attacchi informatici che metterebbero in pericolo “informazioni cruciali sulla tecnologia”.

 (Fonte Cyber Affairs- Foto Chip Somodevilla/Getty Images)

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