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GDPR, in arrivo 45mila esperti tra Dpo e consulenti di data protection

45.000 nuove opportunità di lavoro per i professionisti della privacy: è la prospettiva che si profila nei prossimi mesi grazie all’entrata in vigore, il 25 maggio 2018, del nuovo Regolamento Europeo sulla Protezione dei dati personali (GDPR) che, nell’era della videosorveglianza intelligente, tutelerà il diritto alla riservatezza aumentando di contro responsabilità di produttori, installatori e grandi utilizzatori. Una vera “rivoluzione” per il settore security e i suoi professionisti, nata con l’obiettivo di tutelare in modo organico i diritti di tutti i cittadini dell’Unione. Se ne è parlato oggi nel convegno dal titolo W la privacy! – GDPR, il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, organizzato Ethos Media Group, con il patrocinio di Federprivacy nell’ambito di SICUREZZA 2017, manifestazione di riferimento del settore security&fire a Fiera Milano fino al 17 novembre.

Quella della privacy è una tematica che direttamente o indirettamente coinvolge tutti i tipi di azienda. Non solo quelle che hanno contatti con il pubblico, ma basta installare una telecamera, o un sistema di geolocalizzazione di un camion, che si innesta un processo di tutela della privacy dei dipendenti. Per non parlare poi dei sistemi di videosorveglianza intelligenti che oggi non si limitano a osservare, ma possono persino seguire i movimenti di un cliente tra gli scaffali di un supermercato per tracciarne le preferenze e le scelte di acquisto. Insomma, sono uno strumento per raccogliere big-data e spesso sono in grado anche di analizzarli attraverso algoritmi matematici e sistemi di intelligenza artificiale. “Il nuovo Regolamento europeo – ha esordito Francesco Pizzetti, Giurista e già Presidente Autorità Garante per la protezione dei dati personali – è uno strumento flessibile e proprio per questo è complesso e carica di maggiori responsabilità il titolare del trattamento dei dati, ma questo è anche il suo pregio perché ne fa uno strumento non rigido e che si adatta facilmente alle evoluzione delle tecnologie e delle modalità e esigenze del lavoro nel tempo”.

L’adozione del nuovo GDPR sta creando molto fermento e le aziende si devono attivare in fretta per essere in regola a partire dal prossimo anno. Ma niente paura, per dare aiuto alle imprese in questa delicata fase di avvio e trasformazione, si stanno formando nuove figure professionali, che lo stesso Regolamento prevede e che presto saranno richieste sul mercato: si tratta dei Data Protection Officer (DPO). Secondo le stime dell’Osservatorio di Federprivacy, l’applicazione della normativa genererà la richiesta di 45.000 esperti tra “DPO” e consulenti in materia di data protection. “I DPO – ha spiegato Secondo Sabbioni, DPO presso il Parlamento UE – devono avere un’approfondita conoscenza della normativa e delle prassi in materia di privacy, essere in grado di unire competenze giuridiche, ma anche informatiche e gestionali e fungeranno da tramite tra il titolare del trattamento dei dati e i soggetti interessati”.

“E’ fondamentale non farsi trovare impreparati. – ha sottolineato il Colonnello Marco Menegazzo, Comandante del Nucleo Speciale Privacy della Guardia di Finanza – Il regolamento europeo infatti prevede, che le aziende e le PA siano caricate di nuove responsabilità in relazione alla raccolta e alla gestione di dati. Anche perché le sanzioni saranno considerevoli e potranno arrivare a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato per gli inadempienti”.

Diventano anche più rigidi i tempi di reazione a un problema o al protesto da parte di un utente: entro tre giorni chi subisce una violazione deve segnalarlo all’autorità competente. Questo richiede a chi realizza e gestisce videosorveglianza lo sviluppo di sistemi di alert e controllo che consentano di ottemperare ai nuovi obblighi in tempi rapidi.

“In questo contesto è fondamentale affidarsi a professionisti – ha concluso Paolo Balboni, Presidente European Privacy Association (EPA) – che devono però essere preparati in modo adeguato e vista la complessità della tematica devono andare oltre la figura dell’avvocato. E’ necessario un vero e proprio lavoro di team che riunisca esperti di materia giuridica e tecnici informatici per fornire alle aziende una consulenza multidisciplinare”.

Nel caso quindi della videosorveglianza diffusa e dei sistemi “intelligenti” di elaborazione e conservazione dei dati, il futuro non è dunque un asettico Grande Fratello elettronico, ma una rete strutturata di tecnologie e nuove competenze professionali: l’obiettivo è utilizzare tutte le opportunità positive che la videosorveglianza e i sistemi che la integrano possono offrire, evitando rischi di violazione della libertà esercitata dai cittadini e punendo con severità eventuali abusi.

(Fonte www.affaritaliani.it

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