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Il ruolo politico dei social network

A un anno dalle presidenziali statunitensi c’è un tema che spopola nel dibattito politico: i social network e la necessità di evitare il ripetersi delle manipolazioni che hanno segnato il voto del 2016. Il dibattito testimonia il ruolo assunto da Facebook e Twitter nel mondo dell’informazione e la difficoltà di introdurre regole accettabili e trasparenti per preservare l’integrità di un esercizio democratico.

Al centro di tutto c’è Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook finito sul banco degli imputati. Zuckerberg ha incassato una valanga di critiche per essersi rifiutato di cancellare dal social network gli spot politici ingannevoli, decisione che ha giustificato con la libertà di espressione. Nel mirino ci sono messaggi sponsorizzati che tentano di trasformare lo scandalo sull’Ucraina che ha colpito Donald Trump (e che potrebbe costare l’impeachment al presidente) in un “caso Joe Biden”, possibile avversario di Trump alle elezioni 2020.

Il 25 ottobre Zuckerberg ha passato un brutto quarto d’ora davanti alle domande incalzanti di Alexandria Ocasio-Cortez, parlamentare democratica di New York che ne ha evidenziato le contraddizioni.

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