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“Incontro Persona Concorrenza e Beni comuni”. L’università di Pavia ricorda Rossi e Rodotà

(via laprovinciapavese.geolocal.it) di Gaia Curci Un convegno in ricordo dei giuristi e accademici Guido Rossi e Stefano Rodotà, entrambi scomparsi l’estate appena passata. 

Un incontro che viene organizzato dalla professoressa pavese di Istituzioni di diritto privato Maria Costanza, oggi, alle 14.30, nell’aula Scarpa del palazzo Centrale dell’università di Pavia, in corso Strada Nuova. Gli ospiti relatori affrontano due tematiche molto care sia a Rodotà sia a Rossi: la concorrenza nelle imprese e i beni comuni in una società democratica. Intervengono i professori Francesco Denozza, Nicola Rondinone, Ugo Mattei e Alberto Gambino.
 
«È una giornata di commemorazione – anticipa Maria Costanza – Rendiamo omaggio ai due docenti in maniera prettamente accademica, tirando le fila della loro carriera. Guido Rossi, soprattutto, aveva un legame con Pavia, in quanto si era laureato in Giurisprudenza proprio nella nostra università, nel 1953, e poi vi aveva insegnato per una decina d’anni Diritto commerciale e privato. Della sua scuola sono i pavesi Mario Cera e Giuseppe Zanarone, assai stimati. Rossi, a dire la verità, l’ho conosciuto io stessa. Era un uomo brillante, intelligente, aperto alla discussione; era un professore non convenzionale che però sapeva farsi sempre rispettare». 

Guido Rossi insegnò non solo a Pavia, ma anche alle università di Trieste, Venezia e Milano. Nel 1981 venne nominato presidente della Consob (Commissione nazionale per la società e la borsa). Eletto senatore per la Sinistra indipendente nella decima legislatura, cioè dal 1987 al 1992, fu in seguito promotore della legislazione antitrust in Italia. 

Guidò la Ferfin-Montedison e la Telecom Italia. Nel 2006 divenne commissario straordinario della Figc (Federazione italiana gioco calcio) per gestire la situazione di emergenza creatasi dopo lo scandalo di Calciopoli.

«Rossi si occupò della questione della proprietà dal punto di vista dell’impresa e della concorrenza – aggiunge Costanza – Si impegnò affinché il mercato fosse libero, regolamentato, sorvegliato, ma aperto. I beni comuni per lui dovevano fuggire lo statalismo penetrante, in quanto beni dei quali lo Stato si fa gestore nell’interesse della collettività. Il medesimo discorso valeva per la concorrenza intesa come un bene che protegge i consumatori, sulla stessa lunghezza d’onda di Stefano Rodotà». 

Rodotà insegnò Diritto privato e civile nelle università di Macerata, Genova e Roma, in diverse altre sedi europee e americane, in Australia e India. Al contrario di Rossi, fece una lunga esperienza in politica. 

Dal 1983 al 1994 fu componente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e poi partecipò alla scrittura della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Recentemente fu candidato non eletto per l’elezione del presidente della Repubblica italiana del 2013. 

(Fonte: la Provincia Pavese)

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