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Indagine della Commissione europea: metà dei rivenditori online di prodotti usati non informa correttamente i consumatori sui diritti di reso

La Commissione Europea e le autorità nazionali di protezione dei consumatori di 25 Stati membri, insieme a Islanda e Norvegia, hanno pubblicato i risultati di un’indagine sui rivenditori online di prodotti di seconda mano. L’analisi, nota come “sweep”, è stata condotta per verificare la conformità delle pratiche commerciali con il diritto dell’Unione Europea. Su un totale di 356 rivenditori analizzati, 185 sono stati individuati come potenzialmente in violazione delle normative comunitarie a tutela dei consumatori.
Dall’indagine emerge che una percentuale significativa di rivenditori online non fornisce informazioni chiare sui diritti dei consumatori. Molti non specificano correttamente il diritto di recesso entro 14 giorni dall’acquisto senza obbligo di giustificazione e senza costi aggiuntivi. Inoltre, numerosi venditori non comunicano adeguatamente le disposizioni sulla restituzione di prodotti difettosi o non conformi alla descrizione.
Un altro aspetto critico riguarda il mancato rispetto del periodo minimo di garanzia legale di un anno per i beni di seconda mano. L’indagine ha inoltre rivelato che una parte dei rivenditori utilizza affermazioni ambientali non sufficientemente supportate da prove concrete, mentre alcune di queste dichiarazioni risultano ingannevoli o potenzialmente riconducibili a pratiche commerciali scorrette. Alcuni venditori non forniscono informazioni complete sulla loro identità o sul prezzo totale dei prodotti, inclusi eventuali oneri fiscali.
Ora le autorità nazionali valuteranno le azioni da intraprendere nei confronti dei rivenditori che non rispettano le normative, richiedendo la loro conformità alle disposizioni vigenti.
L’indagine si colloca nell’ambito della rete di cooperazione per la protezione dei consumatori (CPC), che riunisce le autorità incaricate di far rispettare il diritto dell’UE in materia di tutela dei consumatori. Le obbligazioni dei venditori sono stabilite nella Direttiva sui diritti dei consumatori, nella Direttiva sul commercio elettronico e nella Direttiva sulle pratiche commerciali sleali. Inoltre, chi vende prodotti di seconda mano deve rispettare le disposizioni sulla garanzia legale di conformità previste dalla Direttiva sulla vendita di beni.
L’entrata in vigore della nuova Direttiva sull’empowerment dei consumatori per la transizione verde, una volta recepita dai singoli Stati membri, garantirà una maggiore trasparenza sulle informazioni relative alla durata e alla riparabilità dei prodotti, oltre a rafforzare le norme contro il greenwashing e l’obsolescenza precoce.
L’indagine ha riguardato diversi settori, tra cui abbigliamento, elettronica, giocattoli, elettrodomestici, arredamento, veicoli, articoli sportivi e prodotti per il fai-da-te. La partecipazione di numerosi Stati membri e Paesi associati dimostra l’importanza della questione a livello europeo e l’impegno comune per garantire una maggiore tutela dei consumatori nel mercato unico digitale.
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