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Industria 4.0: Ue, tappa fondamentale ma restano criticità

Le strategie per ‘digitalizzare’ l’Italia, fanalino di coda dell’Ue, dal ‘Piano industria 4.0’ a alla ‘Scuola digitale’ vanno nella “direzione giusta” ma restano diversi “punti critici” legati all’efficacia, alla sistematicità e alle scarse risorse disponibili. Le iniziative politiche “intraprese nel corso del 2015-2016”, quindi, “iniziano a dare frutti”.
E’ quanto emerge dalla relazione annuale della Commissione Ue sui progressi nel settore digitale in Europa (Edpr), che fa seguito alla pubblicazione a marzo dell’indice digitale (Desi), che ha confermato, nonostante alcuni miglioramenti, l’Italia al 25esimo posto tra i 28 per livello di digitalizzazione.
“Il piano italiano Industria 4.0 è una tappa fondamentale verso il raggiungimento dell’obiettivo rappresentato dalla progressione del settore industriale italiano nella catena globale del valore, restano tuttavia alcuni punti critici”, si legge nel rapporto di Bruxelles.
“Solo alcuni dei poli di innovazione digitale progettati sono operativi e i centri di competenza non saranno aperti prima della seconda metà dell’anno, con il rischio che una quota importante delle deduzioni fiscali possa essere stanziata in modo improprio”, spiega il rapporto evidenziando le criticità.
Di conseguenza, conclude la Commissione “la capacità di sensibilizzare le pmi in merito alle opportunità offerte dalle tecnologie digitali e, in ultima analisi, il successo della strategia Industria 4.0 dipenderanno dal corretto coordinamento tra i vari attori, cioè governo, settore dell’istruzione superiore e associazioni padronali”.
Sul fronte dello sviluppo delle competenze digitali per i giovani, dove l’Italia è al 24esimo posto, “la strategia si dimostra adatta” ma, avvertono gli esperti Ue, “la sua efficacia dipende in gran parte dall’allineamento con le esigenze delle imprese” e allo stesso tempo proprio “dall’attuazione della strategia Industria 4.0”.
In particolare, sottolinea il rapporto, il piano nazionale ‘Scuola Digitale’ e altre azioni, come quelle “una tantum” del passato ‘Crescere in digitale’ ed ‘Eccellenze in digitale’, “non sono sempre sistematiche e risentono della mancanza di risorse” e “in particolare, di competenze digitali del personale docente”, ma complessivamente “stanno andando nella direzione giusta”. Manca però, secondo Bruxelles, “una sufficiente pianificazione strategica per colmare le lacune delle precedenti generazioni in termini di competenze digitali”.
Per quanto riguarda la digitalizzazione della pubblica amministrazione, ricorda Bruxelles, “considerato il basso livello di competenze digitali della popolazione italiana, è più che mai importante che i servizi di governo elettronico siano di semplice utilizzo”. Di “particolare importanza” secondo gli esperti Ue è la “razionalizzazione dell’anagrafe” in quanto base per il corretto funzionamento di un’ampia gamma di servizi pubblici, dove – avverte il rapporto – “eventuali ritardi potrebbero mettere a rischio la strategia italiana in materia di governo elettronico”.
Infine sul fronte della connettività e dello sviluppo della banda larga, la Commissione Ue sottolinea quanto siano “importanti” per rendere concreta l’attuazione del Piano nazionale “soprattutto nelle zone rurali”, da una parte “il completamento tempestivo delle procedure di gara in corso” e dall’altra “un approccio più coordinato tra le iniziative esistenti, ad esempio il coordinamento tra i diversi esercizi di mappatura.