skip to Main Content

Affrontare la sfida dell’intelligenza artificiale. Intervista ad Alessandro Fusacchia

Alessandro Fusacchia, deputato e segretario di Movimenta, è stato uno dei promotori dell’Intergruppo parlamentare sull’intelligenza artificiale.

Onorevole Fusacchia, in molti guardano all’intelligenza artificiale con un certo sospetto, se non con timore: hanno paura che gli algoritmi possano sostituirsi agli umani e prendere il controllo dei processi decisionali. È una preoccupazione che condivide, o che comunque ritiene fondata?

Non è la prima volta nella storia dell’umanità che il progresso tecnologico mette in discussione le fondamenta della nostra civiltà e di ciò che siamo. I fenomeni si governano. Io credo che automazione, robotizzazione e macchine intelligenti saranno di enorme aiuto per affrontare le sfide dei prossimi anni: se saremo in grado di farne strumento di sviluppo sostenibile, di creazione di nuovi lavori, di contrasto alle disuguaglianze. Chiaramente, esistono questioni etiche molto forti: se l’auto che si guida da sola investe un bambino, chi è responsabile? Il costruttore? L’assicuratore? Il conducente che però non guidava?

Sugli algoritmi poi si aprono mille questioni: legate ai dati, alla loro raccolta, conservazione e uso. Alla loro proprietà e capacità di processare una mole di informazioni tale da mettere poi qualsiasi persona nella condizione solo di schiacciare un pulsante. Stiamo parlando di cose delicatissime, come il medico che deve prescrivere una cura, o il giudice che deve emettere una sentenza. Affidarsi all’intelligenza artificiale potrebbe presto fare la differenza per salvare una vita umana, o fare una sentenza più “giusta”, ma come ci assicuriamo che la dipendenza dalle macchine non porti ad una situazione in cui il medico o il giudice di turno non fanno altro, di fatto, che ratificare il risultato a cui è arrivato l’algoritmo? L’altra questione diventa subito: chi li fa, questi algoritmi? C’è sul tavolo una enorme questione di promozione della diversità e di inclusione. Non è che i programmatori possono essere tutti maschi, bianchi, eterosessuali! Una delle questioni di cui vogliamo occuparci è proprio questa.

Più importante di tutte c’è la questione di come far sì che il decisore di ultima istanza resti sempre e comunque umano. Le regole del gioco, ecco, queste dovremo continuare ad assicurarci che siano fatte da donne e uomini di carne e ossa. Nel confronto che abbiamo avviato con alcuni esperti è emersa l’ipotesi di intervenire con una riforma della Costituzione per assicurare che la nostra democrazia continui a basarsi sullo stato di diritto. Su uno stato di diritto umano. Ci stiamo ragionando.

Lei è uno dei fondatori dell’Intergruppo parlamentare sull’intelligenza artificiale. Come procedono i lavori? Quali sono gli obiettivi che intendete raggiungere?

Ho fortemente voluto questo intergruppo perché l’intelligenza artificiale tocca trasversalmente tutto. È quella che in inglese si chiama general purpose technology. L’elettricità, ha presente? Quando arriva, investe tutto. Non è mica un “settore”! Abbiamo anzitutto organizzato un bel momento di formazione per parlamentari. A luglio ci siamo chiusi all’EUR, nella sede di Pi Campus, per ascoltare e confrontarci con esperti. Si immagini una trentina di deputati e senatori per 6-7 ore a prendere appunti e farsi venire dubbi. Senza manco un giornalista, una dichiarazione da fare, un emendamento da proporre! Abbiamo costruito un’occasione unica per approfondire, cominciare a capire su cosa concentrare gli sforzi, ed è servita pure per avviare la costruzione di una comunità di parlamentari che vogliono seguire le questioni legate all’IA.

Come seconda attività importante, pochi giorni fa abbiamo realizzato un grande evento con la Commissione europea sull’investimento che serve – quando si parla di IA – in università, ricerca e cultura. C’erano un bel po’ di rettori capitanati dal presidente della CRUI Gaetano Manfredi; c’era Rita Cucchiara direttore del laboratorio nazionale CINI sull’intelligenza artificiale; c’era il presidente del CNR; e per il Governo sono venuti il ministro dell’Istruzione Università e Ricerca Lorenzo Fioramonti e la sottosegretaria alla Cultura Anna Laura Orrico. Anno nuovo costruiremo momenti su altri temi verticali – sulla base dell’interesse dei colleghi che li seguono nelle varie Commissioni.

Io mi concentrerò su un appuntamento su IA e parità di genere – mi sta molto a cuore il tema e sto lavorando ad un congedo di paternità obbligatorio di almeno 3 mesi – e su un grande incontro di parlamentari da tutta Europa. Dobbiamo mettere insieme spagnoli, francesi, tedeschi, sloveni, portoghesi, greci e tutti gli altri, compresi i nostri colleghi del Parlamento europeo, perché insieme dobbiamo costruire la “via europea all’Intelligenza Artificiale”, se non vogliamo finire schiacciati tra cinesi e americani. Se e quando servirà, faremo gli interventi normativi che si renderanno necessari, ma lo faremo con la consapevolezza e la conoscenza che serve.

Back To Top