Edoardo Giardino è avvocato e professore associato nonché abilitato alle funzioni di professore ordinario di…
Con l’Intelligenza artificiale si tornerà all’analogico?
Gli scienziati scommettono sul calcolo analogico per “svezzare” i sistemi di intelligenza artificiale con le mostruose quantità di elettricità che attualmente richiedono. È quanto scrive l’editor gestionale di Axios, Alison Snyder, anticipando, dunque, un ritorno a un tecnologia largamente utilizzata dagli anni ’60.
Perché questo apparente passo indietro? È presto detto: L’IA, sottolinea Snyder, “è sulla buona strada per consumare un decimo dell’elettricità mondiale entro il 2025”, almeno secondo le stime. “E la riduzione del consumo potrebbe avere enormi implicazioni climatiche” oltre al fatto che “è essenziale che i dispositivi mobili e le auto autonome facciano calcoli complessi sempre più velocemente”.
Il calcolo analogico è stato “detronizzato” negli anni ’60 dalle macchine digitali dominanti di oggi. Da allora, l’informatica è stata “più veloce, più precisa, più produttiva”, come ha testimoniato Jeff Wesler di IBM. “Ma man mano che l’intelligenza artificiale diventa onnipresente, alcuni di questi requisiti fondamentali dei computer vengono riconsiderati – ammette Snyder -. In alcuni remoti angoli del mondo tecnologico sta nascendo la consapevolezza che ‘forse siamo stati troppo veloci a fare a meno dell’analogico 60 anni fa’, ha detto Eli Yablonovitch, professore a Berkeley.
Le reti neurali che guidano la maggior parte dei sistemi di intelligenza artificiale si basano su una moltiplicazione dei numeri molto, molto veloce. E attualmente utilizzano la precisione e la potenza del calcolo digitale per questo lavoro. Ma i calcoli dell‘IA potrebbero non aver bisogno di essere così precisi.