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L’Intelligenza artificiale in terapia intensiva, tra etica e dati

Intelligenza Artificiale In Terapia Intensiva

“Rinunciare ai dati per mantenere la fiducia delle persone”. Omar Badawi, Head of Health Data Science & Ai di Philips, oltre che Research Affiliate al Mit e docente alla School of Pharmacy della University of Maryland, mette l’etica di fronte alla necessità di raccogliere dati per nutrire gli algoritmi. Una posizione tanto più significativa se si pensa che Badawi progetta algoritmi che utilizzano informazioni sanitarie.

Come si comporta l’intelligenza artificiale in terapia intensiva? Quali sono i dati che raccoglie e cosa cerca di prevedere utilizzandoli?

“Ci sono diversi tipi di applicazioni dell’intelligenza artificiale nei reparti di terapia intensiva, la maggior parte delle quali riguarda la diagnostica per immagini. Il nostro gruppo a Philips, però, sta lavorando su dati clinici e fisiologici: la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna, la saturazione dell’ossigeno, il ritmo respiratorio. Monitorando questi parametri minuto per minuto siamo in grado di predire se il paziente avrà bisogno di un intervento per supportare l’apparato respiratorio o cardiovascolare”.

Quali sono le problematiche da affrontare per lo sviluppo di questi modelli predittivi?

“Intanto, c’è bisogno di molti dati per creare dei modelli efficaci. Non è solo questione di una grande quantità di pazienti, è anche importante che arrivino da molti ospedali e che riguardino anche un periodo di tempo lungo. Una volta raccolti, poi c’è il problema di riuscire a renderli interoperabili. Noi abbiamo sviluppato un sistema che ci permette di standardizzare i dati che raccogliamo da oltre 750 ospedali, sia americani che internazionali”.

Ci sono fattori di rischio legati alla provenienza geografica, sociale, etnica, elementi che assumono un peso specie dove non esiste un sistema sanitario nazionale come negli Usa. Come vi regolate sotto questo punto di vista?

“Gli aspetti etici sono molto importanti, quando si disegnano i modelli predittivi occorre pensare alle conseguenze non previste dei nostri bias, considerare le implicazioni di come può essere utilizzato un algoritmo”.

Quali sono i risultati dell’impiego dell’intelligenza artificiale nei reparti di terapia intensiva?

“Il nostro sistema di supporto all’attività dei clinici ottiene dei risultati notevoli: vediamo una riduzione del 30% sia del tasso di mortalità che della durata del ricovero”.

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