skip to Main Content

Intelligenza artificiale, a che punto siamo in Italia? I dati del report I-Com

Mentre gli Stati Uniti e la Cina possono contare su un florido ecosistema di Intelligenza artificiale (IA), l’Europa ancora fatica ad aprirsi completamente alle tecnologie intelligenti, anche se rispetto al passato passi in avanti sono stati compiuti.

Se consideriamo il numero di start-up impegnate significativamente nell’IA a livello mondiale, gli Stati Uniti con circa 1.400 realtà dominano la scena internazionale, seguiti dalla Cina (383 start-up) e da Israele (362 start-up). Tuttavia, se guardiamo all’Europa nel suo complesso, con 769 start-up di intelligenza artificiale (il 22% del totale mondiale), prende il posto della Cina. Nessuno Stato europeo raggiunge, però, una vera massa critica ad eccezione del Regno Unito, che con 245 start-up è in vetta alla classifica europea, seguito da Francia (109 start-up) e Germania (106 start-up). In tale classifica, l’Italia si colloca al nono posto con solo 22 start-up IA.

Sono solo alcune delle osservazioni contenute nel rapporto Non voglio mica la Luna. Le tecnologie digitali al servizio degli italiani, a firma dell’Istituto per la Competitività (I-Com), che è stato presentato ieri con un evento a Palazzo Colonna.

Alla presentazione del report sono seguite tre tavole rotonde, moderate da giornalisti e composte da esperti di alto profilo: il primo panel è stato dedicato al ruolo delle infrastrutture digitali nel miglioramento della competitività italiana; il secondo all’Intelligenza artificiale; il terzo alla tecnologia blockchain.

A discutere della strategia italiana per l’Intelligenza artificiale, nel contesto europeo ed internazionale, c’era anche Alberto Gambino, prorettore dell’Università Europea di Roma e direttore scientifico di Diritto Mercato Tecnologia.

Come nota il report di I-Com, attualmente il mercato italiano dei progetti di intelligenza artificiale vale appena 85 milioni di euro ma è destinato a raggiungere elevati livelli di crescita, grazie proprio allo sviluppo dei mercati vicini come smart home speaker e robot collaborativi: l’Italia, infatti, è quarta in Europa per l’utilizzo principalmente di robot industriali ma anche di robot di servizio.

Nonostante gli incoraggianti risultati nell’ambito dell’automazione, però una buona parte delle aziende italiane appare ancora poco incline ad adottare soluzioni più ambiziose e a cogliere la sfida dell’intelligenza artificiale. Solo il 12% delle aziende intervistate nell’ambito dell’Osservatorio del Politecnico di Milano ha un progetto a regime, mentre il 31% ha in corso dei progetti pilota e il 21% ha, invece, stanziato un budget per concretizzare un’idea progettuale.

Back To Top