Il Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, e il Direttore…
Intelligenza artificiale, la prossima frontiera è la Broad AI: dovrà essere “responsabile”

(Via Formiche)
La proliferazione dei dati e la capillare diffusione dei dispositivi interconnessi e delle tecnologie digitali esponenziali rendono questo periodo storico carico di opportunità. Le potenzialità delle tecnologie potranno consentire una trasformazione non più per pochi, ma per tutti. Affinché ciò accada è necessaria però una consapevolezza condivisa e un approccio etico e trasparente nello sviluppo e nell’applicazione di tecnologie quali l’intelligenza artificiale (Ai), la blockchain o il cloud. La più dirompente di queste tecnologie è proprio l’Ai, una tecnologia ormai molto diffusa, quasi data per scontata, in alcune delle sue applicazioni comsumer, come per esempio gli assistenti vocali e molte altre.
Non tutti sanno che le aziende e le amministrazioni hanno esigenze diverse da quelle del mondo consumer, come il poter finalmente dar vita a un cambiamento radicale dei propri modelli di business, rispondendo così alle esigenze di consumatori e cittadini. E infatti guardano a questa tecnologia come mai in passato è stato fatto, perché le sue potenzialità sono molteplici e possono affiancare l’uomo in ogni attività, contribuendo ad aumentarne le capacità. Anche le istituzioni si stanno attivando per la promozione di questo sviluppo – esemplare l’istituzione dei gruppi di esperti AI e blockchain del Mise – e diverse forme di incentivazione per le imprese.
Questo mondo non consumer non solo non si accontenta di avere automatismi intelligenti in alcuni campi specifici, ma manifesta anche la necessità di garantirsi e garantire l’uso degli algoritmi all’insegna della correttezza e del rispetto, di spiegarne le scelte e di renderla e mantenerla resiliente a qualsiasi tentativo di manipolazione.
Dove siamo oggi con l’AI e dove vogliamo arrivare? Quella più in uso oggi è quella che chiamiamo Narrow AI, che è in grado di raggiungere risultati importanti in alcuni specifici e ben definiti domini e compiti, dove solitamente ci sono anche sufficienti dati per l’apprendimento. Uno di questi campi è per esempio il riconoscimento immagini, dove in alcuni ambiti la precisione di questi sistemi è superiore a quella degli esseri umani.
L’ambizione ultima è la cosiddetta General AI, cioè quell’intelligenza più simile a quella umana, in grado di ragionare, fornire indicazioni con pochi spunti, e guidata da princìpi. Tutti gli sforzi della ricerca sono in questa direzione, ma ci vorranno molti decenni e non è ancora chiarissima la strada che ci porterà a destinazione.
La prossima frontiera dell’intelligenza artificiale è invece la Broad AI, sistemi che non solo imparano da molti meno dati, ma che inoltre combinano conoscenza e ragionamento. La sfida della Broad AI è che deve essere responsabile e fidata, Trusted AI, e pertanto soddisfare i criteri di spiegabilità, robustezza, correttezza e tracciabilità.
LA SFIDA DELLA BROAD AI
La prossima frontiera della AI prevederà sistemi cognitivi sempre più evoluti e in grado di essere fidati, addestrabili con sempre meno dati e in maniera sempre più automatizzata. Si renderanno necessari nuovi approcci e strumenti per rilevare e ridurre la quantità di bias, cosicché qualsiasi algoritmo di intelligenza artificiale che successivamente imparerà da esso perpetui la minore iniquità possibile.
SPIEGARE PER CAPIRE
Poiché i sistemi di AI saranno sempre più utilizzati come supporto alle decisioni, è imperativo che siano equi e imparziali. Per garantire che ciò accada e per far sì che ciascuno di noi possa capire come questi sistemi sono stati addestrati, e quindi utilizzarli con fiducia e competenza, tutto dovrà essere spiegabile: su quali dati e con quali metodologia essi sono stati sviluppati, se e quali “rumori” possono aver di fatto distorto informazioni o processi di addestramento.
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