skip to Main Content

L’Internet Festival di Pisa: leggi, diritti e pirati. I keynote speech di Giovanni Buttarelli e Alberto Maria Gambino

Gli aspetti legali relativi alle industrie creative tra leggi, creative commons e pirateria. Preservare, nell’epoca della riproducibilità semplice e dell’informazione a portata di click, un principio morale e intellettuale come il diritto d’autore, la protezione dei dati personali, alla luce delle nuove possibilità e delle sfide poste dall’innovazione tecnologica sono alcuni tra i temi che hanno  fatto da sfondo alla seconda giornata dell’Internet Festival, la manifestazione che fa il punto sulla digitalizzazione della società contemporanea attraverso il racconto della Rete e dei suoi protagonisti.

Giunto alla settima edizione, IF2017 sceglie come parola chiave #sentiment e si propone di indagare modelli culturali e di comportamento delle community digitali. La Professoressa Dianora Poletti, ordinario di Diritto Privato all’Università di Pisa, nell’inaugurare i lavori della sessione “ Leggi, diritti e pirati”, ha sottolineato come nella società delle fluidità delle informazioni si stia attualmente affrontando la ricerca di un nuovo, difficile punto di equilibrio normativo, politico, economico tra la condivisione, lo sviluppo delle creazioni dell’intelletto e la difesa dello sforzo creativo. Il superamento dei sistemi tradizionali, il cambiamento di paradigma, l’inadeguatezza degli attuali sistemi normativi, hanno dato vita ad una sorta di terza fase ed ad una serie di nuove sfide ed interrogativi.

L’avvocato Fernanda Faini, presidente del Circolo dei giuristi telematici, tra i promotori del Festival, ha segnalato come la sessione “Leggi, diritti, pirata” si proponga di analizzare il diritto d’autore non solo nella dimensione del dato normativo, ma anche  nel rapporto con altri diritti interessi con i quali può entrare in conflitto, come ad esempio il diritto alla informazione, alla condivisione. L’attuale disciplina tende a difendere in modo legittimo i contenuti del diritto d’autore, ma la natura stessa del Rete pone questioni di grande rilevanza critica. “Occorre pensare a nuove regole, una normativa nata in un contesto analogico – ha affermato Faini – appare insufficiente. A tal fine occorre una nuova etica di carattere sovrannazionale che abbia adeguati contrappesi”.

In video messaggio, Giovanni Buttarelli, Garante Europeo della Protezione dei Dati, ha focalizzato la sua riflessione sull’evoluzione della protezione dei dati in Europa. L’Autorità Garante ha contribuito a modernizzare le regole europee che non costituiscono ancora un paradigma perfetto – ha osservato Buttarelli – ma rappresentano in ogni caso un avanzamento rispetto al passato. “Abbiamo ottenuto con successo di sostituire 25 su 47 previsioni che parlavano di altri atti normativi in questa materia con linee guida da varare con le autorità nazionali di tutti e 28 i paesi in consultazione con gli interlocutori del settori”. Non si possono ingessare le regole – ha chiarito Buttarelli – che devono essere effettivamente applicabili, rappresentando una risposta comune a chiunque offra beni e servizi anche al di fuori dell’Europa.

Tra i 121 paesi che nel mondo si sono dotati della legislazione sulla protezione dei dati, l’Europa ha un ruolo di gold standard che occorre mantenere e che verrà ancora riconosciuto all’Europa se le regole che ci daremo saranno efficaci. L’informazione oggi – ha rimarcato ancora Buttarelli – è divenuta una fonte potere, si stanno alterando regole importanti nelle comunità democratiche. Fondamentale per Buttarelli l’importanza del ruolo giocato dalle regole etiche “tutto ciò che è tecnicamente fattibile sia per il fatto stesso moralmente sostenibile? E’ possibile – si è chiesto Buttarelli – avere principi etici universali rispetto alla privacy ed alla protezione dei dati nel mondo? Chi dovrebbe farne oggetto di un enforcement? Quali le conseguenze dell’inosservanza?” 

Per fronteggiare efficacemente le sfide poste dalla rete all’effettiva tutela di tali diritti, bisogna pensare alla possibilità di costruire basi etiche e valoriali condivise a livello globale. Il tema dell’anno sarà dunque incentrato sull’approccio etico all’evoluzione tecnologica e su quali iniziative occorrano per rendere moralmente sostenibile ciò che è tecnicamente fattibile.

Il prossimo anno, a Bruxelles, la conferenza internazionale dei commissari privacy di tutto il mondo verterà proprio sui temi dell’etica digitale per dare spazio a un dibattito sulla dimensione umana e sulla dignità della persona nell’era della quarta rivoluzione industriale.

A sottolineare proprio l’approccio etico al trattamento dei dati personali, la promozione e la tutela dell’identità digitale dell’individuo mediante un approccio combinato tra discipline e diritti come questioni dirimenti, è stata Anna Colaps, Policy assistant del Garante europeo della protezione dei dati personali.

La discussione avviata dal Garante a livello internazionale circa l’applicabilità di principi etici alle nuove tecnologie è necessaria per far sì che la gestione dei sistemi informativi e delle nuove tecnologie siano a servizio dell’uomo e non viceversa.

“Il rispetto dell’identità online dell’individuo che altro non è che l’estrinsecazione della libertà di autodeterminazione dell’individuo, essenza stessa di privacy e riservatezza, è fondamentale nell’azione del Garante europeo”, ha affermato Colaps.

“Innovazione tecnologica e diritto d’autore: lo stato dell’arte” è stato invece, il Keynote speech sviluppato dal Prof. Alberto Gambino, Pro Rettore dell’Università Europea di Roma, presidente dell’Accademia italiana del Codice di Internet e Direttore scientifico di Diritto Mercato Tecnologia.

L’espressione “ecosistema digitale” – ha premesso Gambino – è fuorviante, “quasi si tratti di un sistema ordinamentale autoreferenziale che costringa il diritto ad adattarsi a regole già imposte”. “Il diritto viene prima della cornice tecnologica, ed è questa cornice che deve adattarsi al diritto e non viceversa.  Il diritto è un primum vivere – ha affermato Gambino – rispetto all’ecosistema digitale.

“Non si può pensare che il giurista dia per acquisiti gli algoritmi e su di essi provi a disegnare costruzioni giuridiche. Si tratta di una prospettiva sbagliata, fallace”. Delineato il carattere preliminare e preminente del diritto, Gambino si è interrogato su quali siano le problematiche che negli ultimi anni hanno attraversato il diritto d’autore, sui caratteri di paternità e integrità del diritto morale d’autore a fronte dell’avvento delle nuove tecnologie, delineando punti di forza e criticità della tutela giuridica del diritto d’autore nell’attuale mondo digitale. 

Gambino ha  posto anche il tema della competenza in materia del diritto d’autore “se è vero che debba esserci una competenza legislativa primaria, è anche vero che tale competenza ha subito una rivoluzione con l’avvento delle Authority di settore”.

Non è mancata una critica  alla proposta di riforma Ue c.d. Ancillary copyright, quel nuovo diritto, cioè, definito da più parti, sui generis, in virtù del quale agli editori (di giornali, riviste e libri) viene concesso un compenso per ogni forma di ri-utilizzazione dei contenuti digitali protetti dal diritto d’autore, con inevitabile aggravio dei contenuti che viaggiano in rete, un rallentamento della circolazione delle informazioni presenti sul web, limitando di fatto le attività di ricerca degli utenti che utilizzano gli aggregatori digitali (Google news, Pinterest, Huffington Post) e social network quali Facebook e Twitter, comprimendo la libertà di informazione e di essere informati.

Ai Keynote di Buttarelli e Gambino è seguito il panel “Tutelare la creatività nella digital age: libertà e diritti tra norme e pirati” cui sono intervenuti: Anna Colaps, Marco Bassini, Andrea Stazi, Giangiacomo Olivi e Alberto Gambino, coordinati da Federica Meta, giornalista del Corriere delle Comunicazioni.

La tavola rotonda, ricca di molteplici spunti di riflessione, ha incentrato la discussione sulle modalità di tutela del diritto d’autore e della privacy in Rete, sulla normativa attuale nel suo rapporto con la realtà digitale.

L’agorà della Rete, infatti, costellata di contrapposti diritti ed eterogenei portatori di interessi, sotto l’egida del principio di condivisione, ha la capacità di rendere globale e semplice la fruizione di contenuti: diventa difficile dunque controllare i dati come limitare la circolazione di opere e proteggere la proprietà intellettuale.

Il Prof. Andrea Stazi, Public Policy & Gov’t Relations Manager di Google, nonchè associato di diritto comparato presso l’Università Europea di Roma, ha preso la parola ricordando come il tema del diritto d’autore e della privacy siano questioni dirimenti poiché “toccano i diritti delle persone”. Proprio sui diritti delle persone, sul rapporto di fiducia con le persone – ha osservato Stazi – Google basa il suo stesso modo di esistere.

A parere del Prof. Stazi, lo sviluppo economico e sociale è strettamente collegato all’utilizzo dei dati, al loro valore ed alla loro trasformazione in informazioni usate poi sia per prendere le decisioni migliori che per creare nuovi prodotti e servizi. Non si tratta di un fenomeno limitato al Web. Le aziende di tutti i settori e di tutte le dimensioni, pubbliche e private, impiegano tali informazioni come risorsa fondamentale nella propria strategia di crescita, ha evidenziato ancora Stazi.

Il trattamento e l’utilizzo dei dati si traduce quindi in vantaggi sociali senza precedenti, sebbene tale utilizzo non debba negare agli utenti il diritto alla privacy e alla tutela dei dati. Oltre agli strumenti resi disponibili agli utenti dei suoi servizi, Google lavora insieme a istituzioni e associazioni per sensibilizzare le persone ad un utilizzo più consapevole e responsabile del web.

Stazi ha ricordato infatti come anche quest’anno, con il patrocinio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e del Garante per la protezione dei dati personali e con la partecipazione di Polizia Postale e Altroconsumo, Google ha dato vita al progetto “Digitali e Responsabili”, volto a promuovere una cittadinanza digitale responsabile, con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza dell’importanza di un utilizzo responsabile e legale della rete, con specifico riguardo alla tutela della privacy e del diritto d’autore. Campagna che fa seguito ad altre quali “Una vita da social” o “Vivi internet al sicuro”.

L’avvocato Marco Bassini, docente di Diritto pubblico all’Università Bocconi di Milano, ha analizzato il modo in cui la giurisprudenza ha interpretato il ruolo degli Internet service provider. “Da costituzionalista che cerca di sviluppare una sensibilità sul tema dei diritti e del loro bilanciamento nel nuovo contesto digitale  ho l’impressione che talvolta venga trascurato il peso che la libertà, in particolare la libertà di impresa, gioca”.

Bassini in particolare ha richiamato la sentenza “Pirate Bay” caduta sotto la scure della Corte di Giustizia per violazione dei diritti d’autore. La Corte infatti, con la sentenza pronunciata sulla causa c-610/15, ha stabilito che la fornitura e la gestione di una piattaforma di condivisione online di opere protette, come è appunto “The Pirate Bay”, integrino la violazione del diritto d’autore.

Il costituzionalista ha evidenziato, però, come la sentenza, pur essendo tecnicamente ineccepibile, rischia di mettere in discussione i pilastri della direttiva sull’ecommerce ed avere delle ricadute sistemiche di grande rilevanza. La Corte in sostanza ha stabilito che chi gestisce una piattaforma risponde delle violazioni del diritto d’autore che sono compiute da terzi, ossia dai propri utenti.

L’avvocato Giangiacomo Olivi, esperto di nuovi media, nel richiamare il ragionamento espresso dal Prof. Gambino, ha ribadito come il diritto non debba pedissequamente seguire la tecnologica.Olivi si è anche soffermato sul ruolo e l’importanza crescente che l’intelligenza artificiale rivestirà in maniera crescente nel contesto globale.

“Nel nuovo contesto digitale, sono entrati in crisi i vecchi paradigmi quali ad esempio i tradizionali flussi informativi dei giornali”. Una partita importante si gioca, a parere di Olivi, non solo ad avere il dato grezzo ma all’informazione legata a quel determinato dato che deve essere sempre più riconosciuto come “infrastruttura essenziale” . “I dati – ha osservato Olivi – sono ricchezza”.

Anna Colaps, componente dell”Ufficio del Garante europeo per la protezione dei dati, ha segnalato l’esigenza di una sinergia tra discipline e diritti che è stata oggetto di una particolare analisi da parte del Garante europeo della Protezione dei dati “qualsiasi operazione di confronto tra discipline potrebbe evidenziare  delle differenze insanabili, anziché delle sinergie. In realtà, a bene vedere, proprietà intellettuale e protezione dei dati personali sono ambiti che presentano una matrice culturale comune poiché si pongono a protezione di interessi del rights holder” ed ha inoltre convenuto sull’importanza di dialogo e cooperazione pubblico-privato sull’attuazione del GDPR tra il Garante europeo con le aziende virtuose.

Federica Meta nel commentare i lavori della giornata ha sottolineato come “negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambio di passo, da una contrapposizione tra colossi del web e istituzioni si cerca di individuare ora terreni di convergenza su temi quali il copyright e la protezione dei dati in un’ottica di costruzione”.

 

 

 

Back To Top