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Intervista al Prof. Avv. Bruno Tassone per la recente pubblicazione “Diritto industriale e diritto d’autore nell’era digitale”

La Redazione di DIMT ha intervistato il Prof. Avv. Bruno Tassone per la pubblicazione del volume Diritto industriale e diritto d’autore nell’era digitale.

Avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori e socio dello studio Barbone&Tassone Intellectual Property, è Professore Associato di Diritto Privato presso la Universitas Mercatorum di Roma, dove è altresì titolare dell’insegnamento di Intellectual Property Competition and Data Management – che prima ha tenuto per tre anni quale Professore Straordinario –, di Copyright ed Elementi della Impresa Culturale, nonché di Diritto della Privacy e Protezione dei Dati Personali. È altresì professore a contratto dal 2008 del corso di “Principles of Civil Law”, in inglese, presso la Luiss G. Carli, nonché autore di numerose pubblicazioni nelle aree della proprietà intellettuale, del diritto privato e del diritto privato comparato, fra le quali i volumi Causalità e perdita di chances, II ed., Torino, 2020; La ripartizione di responsabilità nell’illecito civile, Napoli, 2007; e con R. Pardolesi, I giudici e l’analisi economica del diritto privato, Bologna, 2003. È componente del Comitato Scientifico della rivista Diritto di Internet, del Comitato di Valutazione della rivista Danno e responsabilità e del Comitato di Referaggio della Rivista Arte e Diritto.

 

Il Prof. Avv. Bruno Tassone

 

Il volume quali approfondimenti offre al lettore in tema di diritto d’autore e diritto industriale nel loro rapporto con le tecnologie digitali e l’evoluzione di internet?

Nell’attuale “era digitale” i temi del diritto d’autore e del diritto industriale si declinano in termini nuovi, solo fino a pochi lustri fa del tutto inimmaginabili. Infatti, l’incessante evoluzione delle tecnologie digitali, oltre ad innumerevoli opportunità di crescita economica, porta con sé una miriade di nuove questioni da affrontare, come quelle poste dalla intelligenza artificiale. Proprio questo è il contesto in cui il libro che ho curato insieme al Prof. Giuseppe Cassano vuole collocare i principali istituti della proprietà intellettuale, con particolare attenzione al modo in cui essi interagiscono con il mondo di internet e delle tecnologie digitali, da un lato, e al modo in cui vengono a loro volta da quel mondo cambiati, dall’altro lato. In sostanza, siamo stati attenti a far sì che i numerosi contributi di cui si compone il testo non si soffermassero sui profili indicati quale mera occasione per trattare del diritto d’autore o industriale in una prospettiva tradizionale, mantenendo invece, costantemente, il taglio indicato. Ciò è avvenuto, peraltro, senza pregiudizio per una trattazione a compasso allargato: oltre che di opere dell’ingegno, segni distintivi e brevetti in internet, infatti, il libro tratta anche di concorrenza sleale, know how, privacy, diritto antitrust e profili di tutela penalistici.

 

Nell’evoluzione digitale, quali nuove forme ha sviluppato il diritto d’autore in internet?

L’evoluzione digitale ha portato ad incredibili trasformazioni del diritto d’autore, sia quanto alle opere protette, sia quanto alle forme di sfruttamento delle stesse. Per averne subito una idea basta pensare a quanto sono cambiati il mercato musicale e le relative catene di distribuzione. Volendo peraltro fare un esempio a me particolarmente vicino, insieme all’Avv. Marco Barbone abbiamo da tempo avviato il progetto Foodrights, finalizzato a prevedere meccanismi di tutela delle opere dei grandi cuochi e di tutti gli “artisti” che operano nel mondo del food. In specie, poiché le ricette in sé non sono tutelabili né per la giurisprudenza italiana né per quella formatasi nei sistemi di Common Law, è stata prospettata la possibilità di applicare il diritto d’autore alle forme dei piatti maggiormente creativi. Ed è cosi stato creato un “museo virtuale” in cui ogni chef dispone di una propria “stanza” e può esporre le sue opere, anche in vista di sfruttamenti secondari delle stesse, secondo nuovi modelli di business: il che sarebbe stato impensabile senza internet e l’evoluzione tecnologica di cui stiamo parlando.

 

Nell’evoluzione digitale, quali sono le responsabilità del provider?

Nel contesto descritto il tema della responsabilità dell’ISP rimane centrale, al livello sia giurisprudenziale che normativo. Limitando il discorso all’ordinamento euro-unitario, non è ad esempio un caso che la Corte di Giustizia ha sentito l’esigenza di tornare sul tema con una sentenza resa dalla Grande Sezione – cosa tutto sommato rara in materia di proprietà intellettuale – in data 22 giugno 2021, segnalando, peraltro, che la decisione resa non riguarda l’art. 17 della c.d. “Direttiva Copyright” n. 2019/790, attuata in Italia tramite il D.Lgs. 8 novembre 2021, n. 177. Al riguardo, non è dubbio che l’art. 17 – il quale lega in sostanza la responsabilità alla mancanza di una previa autorizzazione da parte del titolare dei diritti d’autore e connessi – non si applica a fatti precedenti alla sua entrata in vigore. Ma, tale affermazione non risolve i vari problemi interpretativi sorti sul carattere o no innovativo dell’art. 17 rispetto al regime di responsabilità disegnato dalla c.d. Direttiva “E-Commerce” n. 31/2000, sui quali la dottrina si sta attualmente confrontando. È in ogni caso chiaro che, pur se la direttiva da ultimo citata non è stata formalmente modificata, ove un provider svolga l’attività di internet sharing platform definita dalla Direttiva Copyright e comunichi al pubblico materiali protetti, la sua responsabilità sarà regolata da quest’ultima.

 

 

L’opera integra le più rilevanti pronunce della giurisprudenza di merito e di legittimità ed è aggiornato con i più recenti interventi del legislatore, tra cui il D.Lgs. 177/2021 che, in attuazione della “Direttiva copyright”, è intervenuto sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale. L’attuale giurisprudenza italiana, a Suo avviso, in relazione alle emergenti criticità del diritto d’autore nell’internet permette una giusta tutela dei titolari dei diritti e degli utenti?

Molti dei capitoli del libro hanno in effetti tenuto conto, durante la loro stesura, dei lavori che hanno portato all’attuazione della citata Direttiva Copyright tramite il pure citato D.Lgs. n. 177/2021, anch’esso oggetto di analitico commento. Pertanto, il volume si candida a costituire, nel panorama nazionale, uno dei primi punti di riferimento ai fini della interpretazione sistematica del suddetto testo normativo: peraltro collocandolo, come è doveroso, all’interno del complesso degli interventi in fase di elaborazione all’interno della c.d. Agenda Digitale Europea. Con tale premessa posso certamente affermare che la giurisprudenza italiana ha fatto molto in questi anni ai fini della tutela dei titolari dei diritti. Penso, ad esempio, a Cass. 18220/2019 in tema di diritto morale d’autore, che allarga la sua sfera di protezione risolvendo in favore dell’autore il conflitto fra anonimato e paternità (in caso di uso dell’opera altrui senza menzione dell’autore stesso, cioè senza illecita attribuzione dell’opera ad altri). E penso ancora allo storico intervento della Cassazione in tema di responsabilità dell’ISP, di cui a Cass. n. 7708/2019, le cui linee essenziali sono state di recente confermate – con l’aggiunta di alcune interessanti affermazioni circa il carattere punitivo che la responsabilità civile può avere in materia – con Cass. n. 39763/2021. Più complesso è invece fissare il giusto punto di equilibrio rispetto alla tutela degli utenti e proprio in considerazione degli aspetti di novità recati dalle norme di cui sopra, vi sarà ancora molto lavoro da fare: auspicabilmente – come già avvenuto negli ultimi anni – tramite un costante dialogo fra la dottrina e la giurisprudenza.

 

 

a cura di

Valeria Montani

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