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Intervista al Prof. Franco Trubiani ed al Prof. Andrea Laghi. Intelligenza artificiale e sanità: opportunità e sfide nello spazio europeo dei dati sanitari

Andrea Laghi è Professore Ordinario di Radiologia alla Sapienza – Università di Roma e Direttore della UOC di Radiologia dell’AOU Sant’Andrea. Membro del Consiglio Superiore di Sanità dal 2019, ha coordinato il documento ministeriale sull’uso dell’Intelligenza Artificiale in diagnostica. È Principal Investigator di progetti europei (H2020) e italiani (AIRC) sull’IA in diagnostica per immagini. È stato Presidente di ESGAR ed ESOI e fa parte del Board di SIRM. Ha pubblicato oltre 400 articoli su riviste internazionali (H-index Scopus: 60).

il Prof. Andrea Laghi
Prof. Trubiani, il Convegno offre l’opportunità di presentare il progetto Jean Monnet Module 2024-2027 “PROmo TECH-HEALTH”. Quali sono gli obiettivi principali dell’iniziativa e quali impatti si prevedono nel settore sanitario e accademico?
Il progetto Jean Monnet Module 2024-2027 “PROmo TECH-HEALTH” dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope è stato selezionato dalla Commissione Europea ottenendo un finanziamento triennale ed ha avuto inizio lo scorso 1° novembre.
Esso mira a:
- Sviluppare contenuti innovativi e prassi virtuose in ordine alle sfide attuali riguardanti l’implementazione delle nuove tecnologie nel delicato settore della sanità, al fine di ricercare la migliore tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, a partire dal diritto alla salute ex art. 32 della nostra Costituzione.
- Diffondere una migliore conoscenza in ordine a queste tematiche al fine di promuovere valori e stili di vita coerenti nella società, rafforzando la consapevolezza dei diritti fondamentali dell’UE e dei valori dell’UE, e stimolando il dialogo tra il mondo accademico, le istituzioni sanitarie e la società civile.
- Valorizzare la ricerca multidisciplinare, offrendo un’ampia panoramica dell’interazione tra diritti individuali e diritti sociali, beneficiando di diversi punti di vista specialistici (bioingegneria, studi multilinguistici, diritto) funzionali alle risposte giuridiche, al fine di specificare contenuti e tutela dei diritti fondamentali in una prospettiva di sostenibilità digitale.
Prof. Laghi, nella Sua sessione affronterà il tema dell’Intelligenza Artificiale applicata alla pratica medica. Ritiene che l’uso crescente di queste tecnologie rappresenti un’opportunità senza rischi o vi sono ancora criticità da risolvere?
L’IA è da considerarsi un’opportunità importante per il mondo sanitario, in diversi ambiti: dal supporto alla predisposizione di politiche di sanità pubblica all’ottimizzazione ed efficientamento dei processi organizzativi, con il conseguente incremento del benessere lavorativo del personale sanitario e la riduzione del burn-out; dal miglioramento della qualità delle cure (con, ad esempio, la riduzione degli errori diagnostici) alla personalizzazione delle strategie diagnostico-terapeutiche, con un maggior engagement ed empowerment del Paziente, che potrebbe, finalmente, essere posto a centro del sistema di diagnosi e cura. Non bisogna poi dimenticare l’impatto sulla formazione medica, con un apprendimento sempre più adattivo e immersivo (pensiamo ai simulatori di realtà virtuale e aumentata) e alla ricerca, in silico e mirata allo sviluppo dei “gemelli digitali”. L’implementazione di tutto ciò non è immediata considerando le criticità ancora presenti a livello di disponibilità di infrastrutture tecnologiche, di norme giuridiche e di riflessioni etiche e, infine, anche del “divario digitale” del personale sanitario. L’importante, a mio avviso, è che in questa fase di transizione verso l’IA i professionisti che la usano, o la useranno, siano coinvolti nei processi decisionali in modo da costruire un IA, in ambito sanitario, prima di tutto utile, sia al Medico sia al paziente, ma anche equa e sostenibile.
L’Unione Europea sta implementando nuove normative come l’AI Act e lo Spazio Europeo dei Dati Sanitari (EHDS). Prof. Trubiani, quali sono le principali sfide legate alla regolamentazione dell’uso dell’IA in sanità?
Tali normative risultano essere da un punto di vista metodologico particolarmente innovative e dotate di un carattere di forte tecnicità; pertanto appare chiaro che debbano essere approfondite al fine di realizzare una “messa a terra” efficiente che salvaguardi i diritti dei pazienti e contribuisca ad aiutare il difficile operato a cui sono chiamati i medici nella loro quotidiana attività in ospedale. Le sfide che ci attendono sono molteplici: tra le tante, pensiamo alla gestione e la responsabilità per danni derivanti dai dispositivi medici assistiti da I.A. che possono essere considerati “ad alto rischio” con tutte le misure del caso previste dalla normativa europea, il rapporto tra la macchina, il medico ed il paziente con il connesso profilo dell’informazione e della relazione di cura tra medico e paziente, il problema della c.d. spiegabilità del fenomeno algoritmico, la tematica della responsabilità per danni da trattamento di dati sanitari, anche raccolti da parte di medical device intelligenti, la quale sollecita evidentemente la questione che riguarda l’individuazione della base giuridica dell’uso secondario dei dati sanitari e quella relativa alla responsabilità per danni derivanti dall’uso di dispositivi intelligenti nell’àmbito dell’attività sanitaria. Per affrontare tali delicati problemi e provare ad ipotizzare delle soluzioni applicative efficienti, studiosi di diversa estrazione e medici in diversi ambiti devono confrontarsi tra loro in iniziative come quella qui si presenta.
Prof. Laghi, dal punto di vista clinico, come possono le nuove tecnologie migliorare l’assistenza ai pazienti senza compromettere il rapporto medico-paziente e la qualità delle cure?
Non credo che gli algoritmi di IA possano compromettere il rapporto medico-paziente, soprattutto se vengono utilizzati correttamente come ausilio al lavoro del professionista. È, infatti, sempre il Medico la persona che si interfaccia con il Paziente e che ha la responsabilità delle decisioni diagnostico-terapeutiche. Piuttosto, alleviando il Medico da incombenze burocratiche e migliorando l’efficienza delle procedure amministrative, gli algoritmi di IA faranno sì che i professionisti abbiano più tempo da dedicare ai Pazienti, come sostiene Eric Topol, scienziato americano che ritiene che l’IA possa rendere di nuovo umana la medicina moderna.
Il Convegno riunisce esperti di diverse discipline. Secondo voi, Prof. Trubiani e Prof. Laghi, quale sarà il ruolo della multidisciplinarietà nell’affrontare le sfide e le opportunità dell’IA in ambito sanitario?
Prof. Trubiani: Nel contesto tecnologico attuale pervaso da una rapidissima evoluzione e da una sempre crescente complessità tecnica l’approccio multidisciplinare che caratterizza il progetto PROmo TECH-HEALTH e che ispira il Convegno che si presenta appare sempre più una convinta scelta di metodo che vede il mondo del diritto ragionare in sinergia con altre scienze ed altri saperi, a partire da quello medico, l’ingegneria biomedica, le scienze economiche e al campo linguistico.
Prof. Laghi: L’adozione e lo sviluppo dell’IA in ambito sanitario non può prescindere da un approccio multidisciplinare, che vede coinvolte figure con competenze professionali molto diverse. Considerando le differenze culturali e di linguaggio dei vari attori, la creazione di un team multidisciplinare, che possa governare l’IA a livello delle varie realtà sanitarie, rappresenta di per sé una sfida, anzi, la prima sfida da affrontare e superare tutti insieme.