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La necessità dell’alfabetizzazione digitale dell’Italia

In Italia il digitale trova più bit che competenze. La Penisola, fino a qualche anno fa zoppicante sul fronte delle infrastrutture ha scalato le classifiche del Desi, l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società. Questi passi avanti ci hanno portato, almeno a livello di connettività e servizi pubblici digitali, quasi in linea con la media europea.

«I servizi pubblici online e gli open data sono prontamente disponibili e la diffusione dei servizi medici digitali è ben consolidata – notano gli analisti europei – La copertura a banda larga veloce e la diffusione del suo utilizzo sono in crescita, mentre sono ancora molto lenti i progressi nella connettività superveloce. L’Italia è a buon punto per quanto riguarda l’assegnazione dello spettro 5G».

Il gap digitale rimane però profondo sul fronte sociale ed è il nostro vero e più critico handicap che ci trattiene al 24imo posto tra i 28 paesi dell’Unione europea. L’Istat, nel suo rapporto “Cittadini, imprese e Ict”, registra che circa 18 milioni di italiani, il 30% circa di quelli con più di sei anni, non hanno mai usato Internet nell’ultimo anno. Una famiglia su quattro non possiede una connessione a Internet e tra queste il 58% dichiara che non è connesso perché non lo sa usare, mentre il 21% non usa Internet perché non lo reputa uno strumento interessante.

La scuola italiana sembra uno dei nodi più impenetrabili, eppure indispensabili, per far decollare l’alfabetizzazione digitale del Paese. «Ci sono molte iniziative che stanno dando buoni risultati nate sulla scorta dell’interesse per l’Industria 4.0, spesso sostenute da medie e grandi aziende» osserva Mario Mezzanzanica, prorettore all’Alta formazione e placement dell’Università di Milano Bicocca.

«Aumentare l’alfabetizzazione digitale è urgente – sottolinea Mezzanzanica – perché non agire significa aumentare ancora di più il gap tra le competenze fornite dal sistema scolastico nazionale e ciò di cui le aziende hanno bisogno».

Tra le iniziative dei privati, la più ambiziosa è stata certamente quella messa in campo da Tim nelle ultime settimane che ha visto una scuola mobile toccare 107 province per offrire corsi gratuiti ai cittadini.

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